NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, case svaligiate da finti carabinieri: due arresti. Ecco come ingannavano gli anziani

Tesserini falsi e ricetrasmittenti per confondere le vittime dei loro colpi. In manette Mirko Papaleo e Claudio Narcisio

Milano, case svaligiate da finti carabinieri: due arresti. Ecco come ingannavano gli anziani

Milano, 31 agosto 2023 – Si spacciavano per carabinieri, con tanto di tesserini e ricetrasmittenti, e derubavano gli anziani. Stamattina i carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova hanno arrestato due uomini, italiani di 30 e 44 anni, su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Milano come responsabili di quattro colpi consumati e due tentati, commessi tra il 6 giugno e il 14 luglio, tra le province di Milano, Monza e Livorno.

Un frame del video con i banditi in azione
Un frame del video con i banditi in azione

In manette i pregiudicati Mirko Papaleo e Claudio Narcisio, rispettivamente residenti al Quartiere degli Olmi a Milano e a Cesano Boscone. Il provvedimento, si legge in una nota del Comando provinciale, "rappresenta il risultato di un’accurata ed approfondita attività d’indagine - condotta nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dei reati ai danni degli anziani - che ha portato a raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei due destinatari del provvedimento restrittivo in ordine a sei furti in abitazione commessi con la tecnica del finto carabiniere”.

Il sistema

Le vittime venivano agganciate al rientro a casa e tratte in inganno da tesserino, mascherine con scritte e loghi dell'Arma e ricetrasmittenti. Uno dei due informava il malcapitato di turno che nel suo stabile era avvenuto un furto e in questo modo riusciva a farsi aprire la porta dell'appartamento, mettendo a segno la razzia prima che il proprietario di casa potesse accorgersi di quello che stava succedendo. Ad attendere in strada l'operativo c'era il complice, in sella a uno scooter. Nel corso delle indagini, i militari sono riusciti a "ricostruire la routine delittuosa dei due indagati, già gravati da precedenti specifici ed entrambi residenti nel territorio milanese, attraverso mirati servizi di osservazione, controllo e pedinamento che hanno consentito di individuare il motociclo utilizzato per i raid”. Di più: gli investigatori hanno documentato, "attraverso un quotidiano monitoraggio delle denunce-querele presentate per furto in abitazione ai danni di persone vulnerabili e sopralluoghi sulle scene del crimine, con l’acquisizione delle registrazioni degli impianti di videosorveglianza sulla pubblica via e presso le stazioni di servizio ove i medesimi facevano rifornimento di carburante, con i rilevamenti delle targhe contraffatte da parte dei lettori targhe, e, infine, con il monitoraggio dei varchi/transiti collocati sulle pubbliche vie, la certa presenza degli indagati nei luoghi dei delitti".