REDAZIONE MILANO

Missione compiti: "Io affianco chi è in difficoltà"

Simone Mazzucchelli, da scenografo a tutor. Impartisce lezioni soprattutto a chi soffre di Dsa.

Simone Mazzucchelli è tutor Dsa e Bes «Ogni ragazzo deve trovare il proprio metodo»

Simone Mazzucchelli è tutor Dsa e Bes «Ogni ragazzo deve trovare il proprio metodo»

Con l’estate agli sgoccioli e l’avvicinarsi dei temuti esami di recupero per chi è stato promosso con debiti a fine anno, c’è chi corre ai ripari cercando un “tutor“ che possa aiutarlo. Ne sa qualcosa Simone Mazzucchelli, quarantasettenne milanese che da 5 anni impartisce lezioni private on line "affiancando in particolare ragazzi che hanno disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) – spiega –. Il mio intento è quello di cercare per ciascuno un metodo personalizzato e di insegnarglielo così da renderlo autonomo".

Qual è stata la sua formazione?

"Sono laureato in Scenografia all’Accademia di Brera, in passato ha svolto diversi lavori e poi ho frequentato un corso di formazione riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione per diventare tutor Dsa e Bes, che sta per Bisogni educativi speciali".

Che tipo di lezioni impartisce?

"Durante l’anno scolastico, ripetizioni on line per tutte le materie, dalle elementari alle superiori (tranne Informatica, latino, greco e lingue straniere). In estate aiuto a finire i compiti delle vacanze e a preparare esami di recupero. Il mio cavallo di battaglia è la “personalizzazione“ del metodo di studio. Mi sono accorto che chi ha un disturbo dell’apprendimento ha bisogno soprattutto di questo".

E da cosa parte?

"Per spiegare il mio approccio, cito sempre l’esempio degli occhiali: io sono leggermente miope ma, senza lenti, non riesco a leggere bene nulla. Neppure sullo schermo del cellulare. Ecco: io voglio essere le “lenti compensative“ per ciascun ragazzo. C’è chi memorizza ascoltando, chi guardando immagini, chi semplicemente ha bisogno di qualcuno che creda in lui. Io ho il compito di capirlo. Alla base ci deve essere sempre la fiducia. Io penso che la mia formazione artistica mi aiuti a uscire dagli schemi tradizionali e che questo sia molto utile per dei ragazzi che troppo spesso si sentono diversi, non compresi".

Quanti ragazzi segue?

"Un paio al mese. Il turn over è continuo, perché una volta che ciascuno impara il proprio metodo non ha più bisogno di me. E poi collaboro con strutture private".

Adesso sta aiutando studenti delle superiori in vista degli esami di recupero?

"Sì, una ragazza che vive in un’altra regione e un’altra, milanese, che è in vacanza all’estero. Mi ha “scoperto“ su Facebook, sulla mia pagina in cui promuovo la mia attività come libero professionista".

Che difficoltà nota, soprattutto, nei ragazzi?

"Moltissimi soffrono per la pressione che sentono attorno a loro, hanno ansia da prestazione. Per questo, prima di studiare, occorre comprenderli".

M.V.