Milano – Benché il momento non sia positivo lo sharing vale oggi il 4% della mobilità cittadina, a fronte del 2% di 10 anni fa, e Milano resta tra le metropoli europee col più alto numero di mezzi in condivisione: 146 ogni 10mila abitanti. Detto questo, per il car sharing serve un nuovo modello di sviluppo, per i monopattini, invece, serve cautela perché fare profitti con la micromobilità elettrica è particolarmente difficile e le nuove norme del Codice della Strada non agevolano la missione. Più lineare, invece, l’evoluzione del bike sharing: per quello a stallo fisso, il BikeMi, si fa concreta l’estensione dei noleggi fino alle 2 di notte, mentre oggi non si va oltre la mezzanotte. Questa la sintesi della diretta su Instagram del sindaco Giuseppe Sala dedicata proprio alla sharing mobility.
Come anticipato, gli ultimi dati non sono confortanti. Sono tutti in flessione i dati relativi allo sharing: a febbraio 2024, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, il bike sharing ha registrato un calo dei noleggi del 16,4%, il car sharing del 13,1%, lo scooter sharing del 30,8% e i monopattini del 54,9%.
A proposito di monopattini il Comune ha fatto decadere l’autorizzazione di due dei tre operatori fin qui autorizzati (Bolt e Voi) perché non hanno rispettato gli impegni presi in fase di candidatura. Tier ha invece deciso di ritirarsi dal bike sharing. Da questo contesto è partito ieri il sindaco.
"Lo sharing incide sul 4% della mobilità a Milano, non è molto ma è superiore alla maggior parte delle città europee: 10 anni fa era al 2%. Il problema è che gli operatori devono far quadrare i conti e non è semplicissimo immaginare uno sviluppo ulteriore – ha ammesso Sala –. Tra auto, scooter, biciclette muscolari e a pedalata assistita e monopattini abbiamo circa 20.500 veicoli in città: 146,5 ogni 10mila abitanti. Ci sono 3.430 auto gestite da 4 operatori, 5.430 bici con servizio a stallo e 8mila in free floating. Per i monopattini c’è un solo operatore con una flotta di 2mila mezzi e, infine, c’è un solo operatore anche per gli scooter elettrici con 1.700 mezzi in strada".
Quindi i noleggi: "I mezzi in sharing non sono molto utilizzati. Il car sharing fa 9.320 noleggi giornalieri e ad oggi ciascun veicolo è utilizzato per circa 112 minuti al giorno, comprese le soste. Quanto al bike sharing, sebbene sia in ripresa, ogni bicicletta viene utilizzata per 1.02 noleggio al giorno e per soli 11 minuti, difficile immaginare un ritorno economico per chi ha investito. Lo scooter sharing quota in media 2.59 noleggi per mezzo, in tutto 14 minuti e con una distanza media percorsa pari a 5 chilometri. I monopattini contano 9.053 noleggi giornalieri con una durata media di 16 minuti".
Quali scenari di sviluppo, ora? Quanto al car sharing, Sala fa sapere che potrebbe accogliere la richiesta avanzata da tempo da Assosharing (togliere agli operatori la tassa di 150 euro al mese per ogni veicolo della flotta) in cambio di un potenziamento dell’offerta e dell’estensione del servizio anche ai Comuni dell’hinterland in modo "da facilitare l’entrata e l’uscita da Milano". Ma non solo: per il primo cittadino è auspicabile andare verso un modello di servizio gestito dalle case automobilistiche che puntino più a promuovere i propri modelli di auto che a fare profitti significativi.
Per il bike sharing la novità, come detto, sarà l’estensione del servizio di BikeMi fino alle 2, in modo da ridurre il buco di mobilità che si crea da mezzanotte e mezza (quando chiudono le metropolitane) in poi. Più cupo il futuro dei monopattini: "Il nuovo codice della Strada impone l’obbligo di casco, targa e assicurazione – spiega Sala –. In questo momento l’unico obbligo esistente è l’assicurazione". L’adeguamento agli altri due, unito ai scarsi margini di guadagno del servizio, potrebbe pregiudicare la permanenza delle flotte. Uno scenario che il sindaco vorrebbe però evitare.