La coda del sabato mattina è ormai un rito consolidato nel quartiere. Un lungo serpentone di persone – per la maggior parte giovani – che arrivano da tutte le parti di Milano e attendono fuori da Signor Lievito, all’angolo tra via Maestri Campionesi e via Friuli, anche per mezz’ora, pur di poter addentare un bulka o un cinnamon roll.
“Per me è un ritorno all’infanzia. Il bulka era la tipica merenda che mi mettevo nello zaino quando andavo alle elementari nella mia città, Riga", racconta Natalia Nikitina, 37 anni, originaria della Lettonia, titolare del piccolo forno in zona Porta Vittoria. Un passato da modella sulle passerelle di mezzo mondo e un presente da mamma di due bambini, di 5 e 9 anni, e fornaia a tempo pieno. Pienissimo.
"Entro in laboratorio alle 5 della mattina ed esco alla sera alle 8. Il sabato poi è ancora più dura, perché con tutta la richiesta che abbiamo devo venire in negozio alle 3,30". Natalia infatti fa tutto da sola, prepara gli impasti, accende i forni, fa le forme, cuoce e poi rifornisce il bancone accanto al laboratorio. "È molto dura. In futuro magari cercherò qualcuno che mi aiuti, ma per ora va bene così".
E c’è da crederle, a giudicare dalla fila davanti al negozio. Merito, certo, delle preparazioni che escono dal forno ma anche di TikTok. I cinnamon roll – delle trecce alla cannella – di Signor Lievito sono infatti protagonisti di molti video sul social, realizzati da food influencer o semplici clienti. Ce n’è uno, per esempio, che ha oltre 250mila visualizzazioni. "Ah sì? - si stupisce Nikitina - Non lo sapevo. Non sono su TikTok".
E comunque non avrebbe tempo per guardarlo. Colpa di questa passione per i lievitati e gli impasti, che è diventata un po’ ossessione, e infine un lavoro vero. "Ho iniziato ad appassionarmi qualche anno fa. Poi, durante il lockdown mi sono messa a studiare e sperimentare. Sono partita dai panettoni e in famiglia e tra i miei amici erano solo complimenti. Così ho approfondito ancora la materia e mi sono dedicata al pane, alle focacce e ai dolci tipici della mia Lettonia. E i miei sforzi erano sempre premiati dall’apprezzamento dei nostri conoscenti e di mio marito".
Già, anche il marito ha una parte in questa insolita storia professionale. "Lui non ha niente a che fare con la ristorazione, si occupa di moda. Ma è originario di San Giorgio a Cremano (Napoli) e proprio nel suo paese ho conosciuto una storica famiglia di fornai che stavano per chiudere l’attività. Vedendomi così appassionata, mi hanno regalato la pasta madre che si tramandavano da generazioni e che ha 120 anni di vita. Una cosa preziosa che curo e coccolo ogni giorno e che ancora adesso è l’ingrediente fondamentale dei miei impasti".
Per fare il grande salto dal forno di casa a una vera attività commerciale c’è voluto però tanto coraggio e un pizzico di follia. "Ho capito che farina e lievito erano il mio mondo. Impastare mi fa stare bene, è quasi una terapia per me. E l’idea di lavorarci tutto il giorno non mi spaventava. Ci ho pensato molto e alla fine mi sono decisa. Ho girato molti locali ma alla fine ho scelto quello di Maestri Campionesi perché era uno spazio vergine che poteva trasformarsi in quello che volevo".
L’edificio fino a poco tempo fa ospitava un centro ricreativo per bambini e prima ancora una tipografia. "È piccolo, il laboratorio nel quale passo tutte le mie giornate è di 12 metri quadrati. Tutto il locale sono soltanto 60 metri quadrati. Ma siamo riusciti a farci stare tutto. Senza mai dimenticare lo stile".
Visti i ritmi in cui crescono gli affari di questo fornaio in miniatura, nordico nel design e internazionale nello spirito, è probabile che qualcosa cambierà nel prossimo futuro. "Certo, se continua così dovremo pensarci. Tutto questo successo non me l’aspettavo proprio, io penso solo a impastare e infornare. Nonostante gli orari e la fatica è ancora la cosa che mi piace di più".