REDAZIONE MILANO

Mohammad Abedini, il difensore chiede i domiciliari ma prosegue l’iter per l’estradizione negli Usa

Lo svizzero iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre probabilmente è la pedina di scambio per ottenere la liberazione di Cecilia Sala

Mohammad Abedini Najafabad, il cittadino iraniano di 38 anni fermato a Malpensa

Mohammad Abedini Najafabad, il cittadino iraniano di 38 anni fermato a Malpensa

Milano, 30 dicembre 2024 - Mohammad Abedini Najafabadi, cittadino svizzero-iraniano, arrestato a Malpensa lo scorso 16 dicembre in esecuzione di un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti probabilmente è la pedina di scambio per ottenere la liberazione della reporter Cecilia Sala, in prigione in Iran con non meglio precisate accuse.

Richiesta di domiciliari

Gli Stati uniti hanno chiesto l’estradizione Najafabadi, ma intanto il suo legale ha presentato istanza per chiedere gli arresti domiciliari. L'avvocato Alfredo De Francesco pone all'attenzione dei giudici della Corte d'Appello di Milano l'atto con cui sollecita un affievolimento della misura cautelare fornendo anche il luogo, un'abitazione in Italia, dove eventualmente trasferire lo svizzero iraniano.

Richiesta di estradizione

Gli Stati Uniti hanno formalizzato la richiesta di estradizione per Abedini. Un fermo su cui, però, la Procura meneghina ha acceso un faro avviando una indagine a modello 45, ossia senza ipotesi di reato e indagati. Un fascicolo, al momento, di natura conoscitiva e che riguarda le procedure, i tempi ravvicinati tra la emissione del mandato di arresto e il fermo dell'uomo avvenuto nel giro di meno di tre giorni. L'iter per l'estradizione va comunque avanti: gli atti con le accuse sono stati trasmessi alle autorità italiane anche se un eventuale vizio nelle modalità di arresto, su cui appunto sta indagando la Procura di Milano, potrebbe portare alla nullità dell'atto rendendo libero da misure cautelari il cittadino iraniano. Se il fermo fosse dichiarato illegittimo si complicherebbe la strada dell'estradizione rendendo, di contro, più agevole quella diplomatica per una sorta di "scambio" con Sala.

Le accuse americane

La giustizia americana accusa Abedini, assieme ad un complice arrestato negli Usa, di cospirazione per esportare componenti elettronici dagli Stati Uniti all'Iran in violazione delle leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni. "Lui respinge tutte le accuse e non riesce a capire i motivi dell'arresto",ha spiegato il suo difensore, l'avvocato Alfredo de Francesco.

L’iter legale

Ora con la richiesta formale l'iter dell'estradizione farà il suo corso. Le carte, attraverso i canali diplomatici e il Ministero degli Esteri, sono state trasmesse al Ministero della Giustizia e alla Procura Generale di Milano e alla Corte. Il sostituto Pg designato a trattare il caso, con una requisitoria scritta, proporrà di riconoscere o meno l'istanza di estradizione. La Corte fisserà l'udienza che verrà svolta in seduta camerale, ossia non pubblica. I giudici dovranno valutare se ci sono o meno le condizioni per accogliere la richiesta. La decisione finale, dopo il via libera della Corte d'appello, spetta esclusivamente al Ministero della Giustizia che ha 10 giorni di tempo per rendere effettiva l'estradizione

Il ministro Tajani  

Sul caso era intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani : "Un cittadino svizzero-iraniano è stato arrestato in Italia non perché abbia commesso dei reati in Italia, ma perché c'era un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti. Ora la magistratura italiana sta valutando la richiesta di estradizione. Comunque il detenuto svizzero-iraniano è trattato come tutti i detenuti in attesa di giudizio. Finché non è condannato in via definitiva c'è la presunzione di innocenza - aveva spiegato il vicepremier - È nel carcere di Opera, ha avuto la possibilità di ricevere la visita consolare, come è avvenuto per Cecilia Sala, ha la possibilità di telefonare e ricevere il suo avvocato, può esercitare tutti i diritti di un detenuto".