NICOLA PALMA
Cronaca

Molestata durante il viaggio-studio in Canada: la famiglia chiede i danni all’agenzia specializzata in vacanze didattiche

Al momento la società ha offerto 7mila euro per chiudere il caso senza ricorrere a una causa legale

Quello che doveva essere un felice periodo di studio in Canada, per una ragazza è stato un incubo

Quello che doveva essere un felice periodo di studio in Canada, per una ragazza è stato un incubo

Il viaggio-studio è durato poco più di un mese. Il 31 gennaio 2023, Giulia (nome di fantasia), 17 anni, è arrivata a Toronto, in Canada, per frequentare lì il secondo semestre del quarto anno di liceo, ospitata da due coniugi sulla sessantina. Tutto organizzato da una nota agenzia viaggi con sede in centro a Milano, specializzata proprio in questo tipo di vacanze didattiche e con pacchetti che prevedono la permanenza in diverse città europee e americane. Un’esperienza formativa che tanti ragazzi scelgono di fare per imparare nuove lingue e conoscere metropoli internazionali, ma che per Giulia si è ben presto trasformata in un incubo.

A distanza di due anni, e a valle di un’interlocuzione che non ha ancora portato a un accordo stragiudiziale, i genitori della ragazza, assistiti dagli avvocati Nicola Brigida, Ugo Carnevali e Carmine Criscione, sono pronti a fare causa alla società per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non: basti dire che hanno versato più di 20mila euro per un periodo di sei mesi che si è interrotto dopo appena 37 giorni; senza contare l’anno scolastico perso, il trauma subìto dalla giovane studentessa e le spese legali finora sostenute. Stando a quanto ricostruito, la sera del 28 febbraio, il marito della coppia ha approfittato di un momento in cui si trovava da solo con Giulia per rivolgerle domande a sfondo sessuale che hanno messo in grande imbarazzo l’ospite. E ancora: l’allora diciassettenne ha riferito che l’uomo le avrebbe anche mostrato foto di nudi sul suo telefonino. La ragazza, impaurita da quel comportamento, ha subito segnalato l’accaduto ai responsabili dell’agenzia viaggi, che nei giorni successivi hanno disposto il suo trasferimento in un’altra casa.

L’8 marzo, però, Giulia ha deciso di rientrare in Italia, con cinque mesi di anticipo rispetto al cronoprogramma. Accompagnata dai genitori, si è poi presentata in Procura a Roma per sporgere denuncia, ma il pm ha dovuto chiedere l’archiviazione del procedimento per difetto di giurisdizione: “Manca la condizione necessaria per radicare la giurisdizione dello Stato Italiano, ovvero la presenza dell’autore del fatto sul territorio nazionale”, si legge nella richiesta accolta dal gip lo scorso 14 settembre. Nel frattempo, la famiglia di Giulia si è mossa anche su un altro fronte: quello del risarcimento. I legali hanno richiamato una sentenza della Cassazione datata 2024, che ha sancito che “organizzatori e venditori di pacchetti turistici sono tenuti a svolgere uno sforzo tecnico adeguato e a premunirsi contro eventuali danni, essendo responsabili del risarcimento per qualsiasi danno subìto dal consumatore durante la fruizione del pacchetto”. Una responsabilità che, per la Suprema Corte, “sussista sia per le prestazioni direttamente eseguite sia per quelle effettuate da terzi, della cui opera comunque si avvalgano per l’adempimento della prestazione da essi dovuta”.

Al momento, le parti non hanno trovato un’intesa sul quantum: l’agenzia ha offerto 7mila euro per chiudere il caso senza finire in Tribunale, ma la cifra è stata ritenuta inadeguata dagli interlocutori (che ne hanno spesi più di 20mila per il viaggio-studio interrotto bruscamente). Se non si troverà un accordo a breve (anche coinvolgendo la compagnia assicurativa della società), la storia finirà davanti a un giudice.