Milano – Una delle giovani studentesse ha accettato in via confidenziale di riferire quello che ha vissuto, ma ha chiesto che il “suo scritto” non fosse condiviso con nessuno e che non venissero divulgate le sue generalità: “Vivo nel terrore di possibili rappresaglie”. Un’altra ha preferito non essere coinvolta, pur avendo segnalato “comportamenti molesti e violenti”. La terza, che avrebbe patito una persecuzione, ha autorizzato l’università a utilizzare la sua relazione, aggiungendo che avrebbe sporto anche querela alle forze dell’ordine. Sono le tre presunte vittime di uno studente straniero che nel 2022 frequentava il primo anno di “European business and social law” alla Bocconi e che avrebbe agito anche all’interno del Campus universitario: poco meno di un anno fa, è stato bandito per tre anni dal polo accademico.
La vicenda, finora inedita, emerge dalle motivazioni della sentenza del Tar che ieri ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati del giovane. Gli alert lanciati dalle allieve, “in modo autonomo e indipendente tra di loro”, hanno fatto scattare la reazione dell’università, che il 14 novembre 2023 ha convocato una riunione della commissione “Provvedimenti disciplinari”. Dal canto suo, lo studente si è dichiarato innocente, mostrandosi infastidito e “restìo ad accettare l’invito”.
Il rapporto sulle molestie
Il presidente dell’organismo gli ha contestato alcuni passaggi di uno dei report, soffermandosi sulle frasi della studentessa che lui avrebbe tormentato per giorni: la ragazza ha parlato di un episodio avvenuto nell’appartamento di lui, durante il quale il ragazzo le avrebbe impedito di uscire afferrandola per i polsi; inoltre ha aggiunto che il giovane l’avrebbe chiamata e le avrebbe scritto più volte (arrivando a minacciare il suicidio), offrendo soldi agli amici per sapere dove fosse. Lui ha replicato di non aver trattenuto nessuno con la forza e di non aver usato violenza.
La Disciplinare ha ritenuto violati i “doveri di comportamento degli studenti” e suggerito al rettore di proporre al Consiglio accademico l’esclusione fino al 29 novembre 2026. Il massimo esponente dell’ateneo ha avviato il procedimento, informando via mail il diretto interessato e richiamando “le lamentele pervenute in ordine “a una sua possibile cattiva condotta per molestie di natura sessuale e morale””. Prima di ascoltare l’accusato, una docente ha raccontato di aver avuto un colloquio con lui, che “avrebbe ripetuto, con riferimento a una delle studentesse, che avrebbe dovuto essere la donna della sua vita con cui fare una famiglia e dei figli e di non poter accettare di perderla”.
La versione dell’accusato
Poi è toccato all’universitario, che ha confermato l’estraneità ai fatti e si è detto preoccupato per i possibili danni “alla famiglia e alla carriera”; pure in quella sede, ha ribadito che la studentessa “sarà la donna della sua vita” e ha ammesso di aver avuto con lei un litigio per motivi religiosi. Il Consiglio ha stabilito che “i fatti contestati e la loro gravità siano stati accertati in maniera chiara”, stigmatizzando la “grave violazione dei doveri di comportamento degli studenti dell’ateneo” e decretando all’unanimità l’esclusione per tre anni. Di più: l’organo ha reputato il rischio di reiterazione “un pericolo grave e imminente non solo per le studentesse coinvolte, ma per l’intera comunità bocconiana e per la serena convivenza nel campus”.
Il Tar ha condiviso la linea dell’ateneo – assistito dagli avvocati Marco Giustiniani, Antonello Frasca e Alessandro Paccione – anche sull’addebito del comportamento tenuto non all’interno del Campus o delle aule bensì nell’abitazione dello studente: quest’ultimo, come stabilito da un regio decreto del 1935, avrebbe dovuto rispettare il codice d’onore “anche al di fuori dei locali universitari”. “Gli studenti ammessi alla nostra università hanno provenienze diverse, arrivano da più parti del mondo e uno dei nostri obiettivi è proprio favorire l’incontro tra culture. Ma con la garanzia che tutti si sentano al sicuro”, spiega Pietro Sirena, presidente della commissione disciplinare.