Milano, 13 gennaio 2025 – "Sono stata accerchiata, poi ho sentito le mani di alcuni uomini, mi hanno toccato per alcuni minuti prima che il mio compagno riuscisse a strapparmi, con molta fatica, da quel corridoio umano". Sono le parole pronunciate, tra le lacrime, da una ventenne di Reggio Emilia che nel pomeriggio di oggi ha denunciato, davanti alla procuratrice aggiunta di Milano Letizia Mannella e alla pm Alessia Menegazzo, di essere stata vittima di molestie la notte di Capodanno quando festeggiava, in piazza, l'arrivo del 2025 nel capoluogo lombardo.
L’inchiesta si infittisce
Si aggiunge così un nuovo caso a quelli che hanno riguardato le tre turiste belghe – le prime a far scattare l’inchiesta giudiziaria grazie alla confessione di una di loro, Laura Barbier 21 anni – e poi quelli di una turista inglese, di un’avvocatessa lombarda e di una donna sudamericana. Quest’ultima è però per il momento irreperibile, e non ha quindi ancora sporto denuncia. La donna emiliana potrebbe trattarsi di quella citata dalla ventenne di Liegi Laura Barbier, che alla tv belga aveva riferito di essere stata “salvata” assieme alle sue amiche da un’altra turista italiana e dal suo compagno. Si aggravano e si appesantiscono dunque i fatti dell’ultima notte dell’anno nel cuore della città, dove nonostante “zone rosse” e presìdi delle forze dell’ordine, la situazione a un certo punto della serata è apparsa alla gran parte delle persone presenti fuori controllo.
Quel che si è vissuto quella notte – al di là delle rassicurazioni dei vertici istituzionali della città sulla gestione dei festeggiamenti – lo lascia intendere Laura Barbier, che a un sito d’informazione della Vallonia, “Rlt Info”, parla di fatti “che mi hanno segnata per il resto della mia vita. Non dimenticherò mai il loro sguardo “nero”, di odio. Ho avuto la sensazione che si sia trattato di un gesto premeditato: sapevano quel che facevano”.
Cos’è successo
Nella ricostruzione durata circa tre ore, la giovane emiliana ha ricostruito quando, dopo aver attraversato il portico che da San Babila porta a piazza Duomo, all'altezza dell'ingresso della Galleria Vittorio Emanuele II, ben sorvegliata da telecamere, è finita in una sorta di "corridoio umano", un imbuto che le ha chiuso la strada e le ha reso impossibile liberarsi da sola. Un labirinto senza uscita in cui trenta-quaranta giovani, descritti come stranieri, hanno messo in atto quel tipico ondeggiare riconducibili al fenomeno della taharrush gamea, un'espressione della lingua araba usata per indicare un'aggressione sessuale di massa, in segno di disprezzo per le donne. Nel 2016 l'espressione venne utilizzata dalle autorità tedesche per definire quanto successo a Colonia durante il Capodanno, quando numerose donne denunciarono di aver subito rapine e molestie sessuali da stranieri.
Il precedente del 2022
A Milano nel Capodanno 2022, nove giovani denunciarono molestie simili e ora resta aperta l'ipotesi che nel capoluogo lombardo si sia replicato quanto accaduto due anni fa: sono almeno sette le donne che dalle immagini delle telecamere sarebbe state vittime di violenza, si apprende dagli inquirenti. Durante la sua deposizione, la giovane vittima ha descritto l'abbigliamento e i tratti fisici di chi l'ha molestata, ha fornito dettagli utili per collocare i presunti aggressori all'angolo tra la piazza e la galleria, ma ha anche decritto, piangendo, il suo "profondo senso di paura e pericolo".