Milano, 31 agosto 2020 - Dopo averli rubati, i ladri smontano il dispositivo che permette alla sala operativa di risalire alla posizione, rendendoli di fatto “fantasmi“. Vandali, magari al termine di una serata alcolica, li gettano nei Navigli. I monopattini sulle strade di Milano sono sempre più presi di mira, con un triste fenomeno che ricorda quello connesso al bike sharing, con centinaia di biciclette distrutte, vandalizzate, rubate o abbandonate dove capita. E il danno non è da poco, perché un monopattino elettrico costa circa mille euro. Ieri Simone Lunghi, istruttore di canoa della Canottieri San Cristoforo, conosciuto come “l’angelo dei Navigli” perché ogni giorno raccoglie biciclette e rifiuti abbandonati sui fondali, ha recuperato uno dei primi monopattini gettati nel Naviglio Grande. Ha raggiunto il punto in canoa e poi lo ha ripescato sotto gli occhi di Lorenzo Pellegrino, responsabile di Helbiz, una delle società di monopattini sharing che ha riempito le strade di Milano dei nuovi mezzi di trasporto.
Il mezzo verrà pulito, asciugato e rimesso in sesto. Poi tornerà nella flotta di circa 900 monopattini Helbiz nel capoluogo lombardo. «È una delle prime volte che uno dei nostri monopattini viene gettato sul Naviglio – spiega Pellegrino – ma è comunque un segnale preoccupante. Più di frequente, invece, subiamo furti». I numeri sono ancora limitati (Helbiz ha registrato finora una ventina di episodi), ma è indice di un fenomeno che sta iniziando a prendere piede, di pari passo con la diffusione dei mezzi. La domanda di monopattini è imponente, e inevitabilmente si crea un mercato nero di monopattini rubati. I vandali hanno già affondato il bike sharing: una società come Ofo, ad esempio, aveva superato quota 10% di biciclette vandalizzate. E i tentativi di correre al riparo si sono rivelati vani. «Quando i nostri monopattini scendono sotto l’1% di carica e si spengono – spiega Pellegrino – i ladri smontano l’Iot, il dispositivo che permette di risalire alla posizione, rendendo così impossibile l’identificazione. In questo modo i monopattini possono essere utilizzati o rivenduti illecitamente». In alcuni casi Helbiz è riuscita a intervenire in tempo, sventando furti che stavano per essere consumati.
«Quando dalla sala operativa vediamo un monopattino muoversi pur non essendo in uso da un utente – prosegue Pellegrino – significa che lo stanno portando via di peso. In questi casi cerchiamo di intervenire il prima possibile, ci è capitato anche di dover entrare in un campo rom, per cercare di recuperarli». Poi ci sono utenti che escono dalla zona consentita, il perimetro della circonvallazione. In questi casi, dopo un primo avvertimento, il mezzo viene bloccato da remoto.