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Morbillo, casi in aumento. Pregliasco: serve una campagna

Il virologo della Statale di Milano Fabrizio Pregliasco: “Malattia con una contagiosità elevatissima, difficile da controllare”

Visita medica a un bambino

Milano – Stanno aumentando i casi morbillo. A lanciare l’allarme è stato l’Ecdc. L'alert è stato lanciato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che prospetta casi in aumento anche nei prossimi mesi e segnala 7 morti in almeno 2 Paesi, a una settimana dai dati dell'Istituto superiore della sanità che registra nel 2023 una "netta risalita" in Italia con già 27 contagiati a gennaio 2024 il 91% dei quali non vaccinati, "dovrebbe servire a promuovere una comunicazione su questa infezione. Non allarmistica: equilibrata, ma realistica".

Ad auspicarla è Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano. Servirebbe una campagna istituzionale sul morbillo? "Assolutamente sì", risponde l'esperto interpellato dall'Adnkronos Salute. Qualcuno potrebbe osservare che "nella mia generazione, in epoca pre-vaccinale, tutti ci siamo fatti il morbillo", ragiona Pregliasco, classe 1959. "Però fra questi 'tutti', accanto alla gran parte che ha superato l'infezione senza apparenti conseguenze, ce ne sono anche molti che ne sono morti o che hanno riportato danni a volte permanenti", evidenzia il virologo.

Il timore è "che la negatività diffusa sul vaccino Covid influenzi anche la vaccinazione anti- morbillo. E' una malattia con una contagiosità elevatissima", ricorda Pregliasco. "Solo Covid con le sue ultime varianti ha prodotto virus con un R0 più alto del  morbillo", il cui numero di riproduzione di base (il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ogni individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile) e "di circa 15. Un'infezione quindi davvero difficile da controllare", avverte il medico.

Nella memoria di chiunque abbia vissuto l'era pre-vaccino è nitido "il ricordo di pesanti onde di contagi che montavano a distanza di 3 anni circa l'una dall'altra. Ogni volta che nelle scuole dei più piccoli, dopo che tutti si erano infettati, arrivavano nuovi bimbi ancora suscettibili e tutto ripartiva. Allora sembrava destino ammalarsi e dover gestire tutti i problemi di queste ondate di contagi", riflette Pregliasco. Poi il vaccino ha cambiato tutto.

"Un vaccino che - evidenzia l'esperto - è stato anche un po' l'antesignano della battaglia no-vax, con quelle stupidaggini sulle correlazioni con l'autismo". Lo studio che nel 1998 le sosteneva – ricorda Adnkronos – è stato ritirato nel 2010 e il suo autore, il medico britannico Andrew Wakefield, radiato dall'Ordine.

"Quell'esperienza per certi versi è servita - precisa il virologo - perché quel lavoro ritrattato ha stimolato un gran numero di ricerche che hanno portato a smentire scientificamente quella correlazione. Però con danni sulla copertura dell'epoca e con strascichi negativi sull'adesione vaccinale negli anni a seguire", tanto che nel 2017 si è arrivati alla vaccinazione obbligatoria in Italia. "I mormorii si trascinano ancora" e l'avversione al vaccino anti-Covid ha alzato il volume a quel rumore di fondo. "Teorie idiote", le bolla Pregliasco che non ha dubbi: "Sul morbillo serve una campagna".