Una nuova variante di morbillo, che influisce sui test molecolari per la diagnosi, rendendoli meno sensibili, è stata identificata in Italia. Da gennaio 2024 sono stati confermati 5 cinque casi di morbillo a Milano e nelle aree circostanti in Lombardia, tutti classificati come genotipo D8 e considerati sporadici poiché non è stato trovato alcun chiaro legame epidemiologico tra loro. Lo rivela uno studio condotto dall'università di Milano, con l'Istituto superiore di sanità, pubblicato su 'Eurosurveillance'. Tre di questi casi avevano una storia recente di viaggio: i pazienti erano stati in Uzbekistan, Thailandia e Italia meridionale.
"In particolare – spiegano i ricercatori – due di questi casi, cioè i pazienti che avevano viaggiato nel Sud Italia e in Thailandia, erano infetti da ceppi di MeV caratterizzati da tre mutazioni precedentemente descritte da ricercatori svizzeri, coordinati da Francisco José Pérez-Rodríguez, in uno studio pubblicato anch'esso su 'Eurosurveillance', a febbraio. Proprio questo studio aveva attirato l'interesse dell'equipe dell'Università di Milano e del Dipartimento di malattie infettive dell'Iss, che ha poi cominciato la caccia alle stesse mutazioni. Trovandole anche in Italia, in una zona densamente popolata, al confine proprio con la Svizzera.
Le mutazioni si sono verificate in una particolare porzione della nucleoproteina, che è il bersaglio dei test rapidi comunemente utilizzati dai laboratori di sorveglianza. "Ciò si traduce - spiegano i ricercatori italiani - in una leggera perdita di sensibilità del test. Nessuno degli altri 614 ceppi (453 D8 e 161 B3) rilevati dal nostro laboratorio tra il 2017 (inizio delle attività di sorveglianza) e il 2023 possedeva queste mutazioni. I nostri risultati suggeriscono ora che i virus del morbillo con le mutazioni rilevate attraverso la sorveglianza molecolare svizzera, stanno già circolando in Italia, in linea con i risultati ottenuti da Pérez-Rodríguez e colleghi, che hanno segnalato un caso locale con storia di viaggio in Italia", rimarcano i ricercatori. "La nostra comunicazione conferma la loro scoperta – concludono i ricercatori –, segnalata tempestivamente per aumentare la consapevolezza sulla circolazione di una variante del MeV che può essere rilevata con sensibilità ridotta da molti test diagnostici. E segnala che questa variante si sta diffondendo. È importante aggiornare tempestivamente i test per rilevare tutti i ceppi di MeV attualmente circolanti".