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Il preoccupante ritorno del morbillo, Pregliasco: unica strategia è la vaccinazione, proteggere insegnanti e operatori sanitari

Il virologo dell’università Statale di Milano: è una malattia con un indice di trasmissibilità R0 molto alto, ogni caso ne può generare 13-15

Morbillo, Italia a rischio epidemia?

Milano – Preoccupa il ritorno del morbillo in Italia. Per Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, c'è "la necessità di promuovere campagne per ripristinare la protezione vaccinale”. Ma partiamo dai dati: sono 86 i casi segnalati solo a marzo (aumentati del 150% rispetto ai 34 di gennaio) per un totale di 213 da inizio 2024. "Sicuramente – ha aggiunto - vediamo una situazione legata al calo della copertura vaccinale".

Il boom di casi

Sul totale dei casi di morbillo registrati dal primo gennaio al 31 marzo, 18 (8,4%) sono importati. Il 68% dei contagi (146 su 213) è stato segnalato da tre regioni (Lazio, che riporta l'incidenza più alta; Sicilia; Toscana). L'età mediana degli infettati è pari a 31 anni, ma l'incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età 0-4 anni; 11 contagiati avevano meno di un anno di età. In 20 casi la trasmissione è avvenuta in ospedale e sono stati segnalati 11 casi tra operatori sanitari. Cinquantasei casi (26,3%) hanno riportato almeno una complicanza, inclusi 23 casi di polmonite e un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato. Nello stesso periodo, non sono stati segnalati casi di rosolia.

Pregliasco: unica strategia è la vaccinazione

“Serve informazione - ha detto Pregliasco commentando l'ultimo bollettino diffuso dall'Istituto superiore di sanità - e serve un impegno proattivo da parte dei Dipartimenti di prevenzione", una 'chiamata' alla vaccinazione per le categorie a più alto rischio di contagio.  E a preoccupare sono proprio alcune caratteristiche della malattia. "Essendo il morbillo una malattia con un indice di trasmissibilità R0 molto alto (ogni caso ne può generare 13-15), e avvenendo il contagio attraverso il respiro, l'unica strategia - insiste il medico - è la vaccinazione". Oltre a proteggere i non vaccinati, secondo l'esperto occorre "recuperare le seconde dosi mancate per quanto riguarda i giovani", mentre "fra gli adulti bisogna puntare ai soggetti più esposti, come insegnanti e operatori sanitari".

Il ruolo del vaccino 

"Prima dell’introduzione del vaccino contro il morbillo negli anni 60, e dei programmi estesi di vaccinazione, si verificavano epidemie all’incirca ogni due o tre anni che, a livello globale, causavano un numero stimato di 2,6 milioni di morti ogni anno – spiega l’Iss (Istituto Superiore di Sanità) –. Grazie alla vaccinazione, si è verificata una significativa riduzione dell’incidenza del morbillo nel mondo. Tuttavia, la malattia rimane un’importante causa di morbilità e mortalità: si stima che nel 2022 siano morte di morbillo 136.200 persone, per lo più bambini di età inferiore ai cinque anni. La maggior parte dei decessi avviene in Paesi sottosviluppati”.

La malattia 

“La maggior parte delle persone guarisce entro due-tre settimane – spiega l’Iss - tuttavia, la malattia può avere un decorso grave e determinare gravi complicanze e anche il decesso. Le complicanze possono riguardare fino al 30% dei casi (o una percentuale ancora più elevata nei Paesi poveri). I bambini sotto i 5 anni di età, gli adulti di età superiore a 20 anni, le donne in gravidanza e le persone con deficit immunitario hanno il rischio più elevato di complicanze. Le complicanze più gravi sono la polmonite (che può complicare 1- 6% dei casi) e l’encefalite acuta (0,1% o 1 caso su 1000). Altre complicanze includono l’otite media, la laringotracheobronchite, la diarrea, la disidratazione, la cheratite, la trombocitopenia, e le convulsioni febbrili. Il 20-30% dei casi complicati da encefalite acuta ha esiti permanenti a livello neurologico”.