
Una sala operatoria
Milano – Salgono a due i medici indagati per la morte di Anna Giugliano la 29enne segretaria in un istituto scolastico che si era sottoposta l’8 marzo di quest’anno a un intervento per ridurre il peso, attraverso la chirurgia bariatrica, all’Istituto clinico Humanitas di Rozzano.
Una tecnica più volte sperimentata nella stessa clinica individuata dalla giovane per l’operazione. Ma una decina di giorni dopo l’intervento che sembrava perfettamente riuscito, per la precisione il 21 marzo, la Giugliano è morta dopo essere arrivata al Pronto Soccorso dell’Humanitas ed essere stata ricoverata nello stesso ospedale. All’arrivo, in condizioni già disperate, la 29enne lamentava fortissimi dolori alla pancia.
Il secondo iscritto nel registro degli indagati è il medico che ha gestito la fase post operatoria della ragazza, perché quando la Giugliano ha cominciato a sentirsi male ha più volte contattato l’Humanitas e il medico le avrebbe solo prescritto una compressa di Tachipirina per la febbre alta e le avrebbe prescritto delle analisi che avrebbe dovuto fare. Per l’avvocato Ciro Giordano che rappresenta la famiglia Giugliano il medico ha completamente sottovalutato il quadro generale che poi ha portato alla morte della ragazza. I colloqui fra la Giugliano e il chirurgo sarebbero infatti proseguiti per un paio di giorni fino a quando lei ha avuto il crollo e il resto è la cronaca della tragedia, la corsa in ospedale con la mamma, l’arrivo in condizioni disperate e la morte.
L’iscrizione nel registro degli indagati dei due medici, quello che ha eseguito l’operazione e quello che ha gestito la fase post operatoria è un atto dovuto, nell’inchiesta del dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Valentina Mondovì. L’iscrizione è necessaria per gli accertamenti clinici. La giovane donna è morta per sepsi e, da quanto si è saputo, stando agli esiti dell’ analisi autoptica (sarà depositata una relazione nelle prossime settimane), potrebbe essersi verificato un problema proprio nella fase post-operatoria, quando le sono stati messi i punti.
Da qui sarebbe partita un’infezione. La paziente, spiega l’Humanitas in una nota è stata “sottoposta ad un intervento di chirurgia bariatrica, era stata dimessa dall’ospedale in pieno benessere. Dopo contatto telefonico con il chirurgo di riferimento, il 19 marzo è stata ricoverata in Pronto Soccorso - si legge ancora - in condizioni apparse da subito critiche. Ogni trattamento rianimatorio e chirurgico posto in essere non è stato sufficiente a fronte di un situazione clinica già compromessa".