Morta incinta all’ottavo mese per un malore improvviso: assolti 3 medici della Mangiagalli

Secondo l’accusa non sarebbero stati eseguiti accertamenti che potevano salvare la donna, per i giudici invece i dottori non hanno alcuna responsabilità

La clinica Mangiagalli di Milano

La clinica Mangiagalli di Milano

Milano – Sono stati assolti tre medici della clinica Mangiagalli di Milano che erano finiti a processo per il caso di una donna di 47 anni, incinta all'ottavo mese, morta per una “dissezione aortica” nel gennaio del 2020.

La paziente, che non era cardiopatica e si era sentita male all'improvviso, era stata ricoverata nel reparto di rianimazione dell'ospedale, dove i medici l'avevano visitata nei giorni successivi. A quanto emerso dalle indagini del pm Letizia Mocciaro, “di fronte a uno scompenso cardiaco con disfunzioni valvolari non presenti in precedenza”, i professionisti avrebbero omesso di eseguire una serie di “accertamenti che avrebbero potuto condurre alla diagnosi” e quindi a un “trattamento terapeutico adeguato” che, secondo l'accusa, “le avrebbe evitato il decesso con una probabilità del 70%”.

Per i giudici dell'ottava sezione penale del Tribunale di Milano, che hanno emesso la sentenza di assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”, i medici non avrebbero invece avuto alcuna responsabilità nella tragedia. Le motivazioni sono attese tra 90 giorni, ma il collegio potrebbe aver accolto la ricostruzione della difesa, secondo la quale non sarebbe stato possibile diagnosticare la patologia alla donna. I professionisti, assistiti tutti dall'avvocato Irene Vinci, erano accusati in concorso di omicidio colposo e la Procura aveva chiesto per loro una condanna a 6 mesi. Il padre della bimba, che si era salvata grazie a un cesareo d'urgenza, si era costituito parte civile con l'avvocato Roberta Ligotti.