Milano, 26 ottobre 2026 – E' morta la professoressa Maria Alda Bencini Bariatti, pioniera della neuropsichiatria infantile che ha dedicato l'esistenza ai bambini con difficoltà e ai disabili. Aveva 99 anni. Si è spenta il 19 ottobre a Milano, la sua città. Si era laureata in Medicina a soli 23 anni alla fine degli anni '40, in un epoca in cui il mondo accademico era prettamente maschile, per poi specializzarsi in pediatria e in clinica delle malattie nervose mentali. Ha iniziato ad occuparsi della neuropsichiatria infantile, che in Italia non era ancora una disciplina sviluppata, durante gli studi negli Stati Uniti negli anni Cinquanta. E' stata tra i primi studiosi italiani della sindrome di Down. Il suo impegno maggiore è stato in università. Ha svolto ricerche e scritto libri che hanno fatto e continuano a fare letteralmente scuola. Determinate pure la sua attività alla scuola speciale comunale Treves - De Sanctis di Milano prima e poi alla Casa dei ragazzi di Olgiate Molgora.
Una pionIera
La sua convinzione è sempre stata quella che i bambini con sindrome di Down e altre disabilità che allora non erano ancora nemmeno state scoperte potessero essere riabilitati e scolarizzati con metodi più specificamente adeguati alle loro condizioni e potenzialità. L'espressione pratica della sua teoria è stata l'associazione Amici della Scuola Treves - De Sanctis, tramite cui nel 1973 il vescovo di Como dell'epoca monsignor Teresio Ferraroni, le ha concesso l’uso di un edificio, l’attuale sede della residenza sanitaria per disabili Casa dei ragazzi a Olgiate Molgora, in cui ha realizzato un istituto per giovani adulti con disabilità affinché i genitori, divenendo anziani, potessero avere una prospettiva assistenziale per i propri figli. In pratica è stata lei a inventare il cosiddetto “dopo di noi”.
La Casa dei ragazzi
E' nata così la Casa dei ragazzi – Istituto di assistenza ai minori e agli anziani, realtà in cui vengono assistiti una quarantina di ospiti nella residenza sanitario-assistenziale, altri 15 utenti del centro socio-educativo e 25 nel centro diurno. La professoressa Maria Alda Bencini Bariatti non ha mai smesso di offrire sostegno, attenzione e supporto, sia nel ruolo istituzionale di consigliere all’interno del CdA, sia da professionista, a fianco degli ospiti ed educatori. “Noi per capire facevamo, mettevamo in pratica quello che studiavamo”, raccontava lei. “E' stata una risorsa ineguagliabile, con cui abbiamo avuto l’enorme fortuna di collaborare e da cui abbiamo imparato fino all’ultimo – la ricorda Elena Rolandi, presidente della Casa dei ragazzi -. Senza il suo sguardo visionario Casa dei Ragazzi non sarebbe quello che è ora, per la sua capacità di intuire e attuare pratiche che sono innovative ancora oggi. Le siamo immensamente grati”.
Il saluto
“Senza il suo sguardo visionario Casa dei ragazzi non sarebbe quello che è ora, per la sua capacità di intuire e attuare pratiche che sono innovative ancora oggi – proseguono dalla struttura di Olgiate Molgora -. Le siamo immensamente grati”. Nei loro racconti, i ragazzi della residenza ricordano la torta al limone, il suo dolce preferito, e che era innamorata del suo lavoro con gli occhi che le sono brillati tutte le volte che ne ha parlato, fino all’ultimo. “La vogliamo salutare come facevano gli ospiti di Casa dei ragazzi, quando partiva con il taxi alla volta di Milano, dopo intere giornate trascorse con noi – è il commiato di ospiti, utenti, i loro familiari, educatori e operatori e i componenti del Cda - Ciao, Bencini!”