Donna dei primati. Se ne va all’età di 99 anni Maria Bianca Cita Sironi, nata a Milano il 12 settembre 1924, prima donna a capo della Società geologica italiana, pioniera nello studio del prosciugamento del Mediterraneo e assistente di Ardito Desio, l’uomo che guidò la spedizione italiana sul K2.
Dotata di un’incredibile capacità di osservazione e studio, la scienziata era in grado d’identificare specie, origine ed età dei reperti marini con un solo sguardo, tanto che alcune testate l’avevano soprannominata ‘Nostra signora degli abissi’. Maria Bianca Cita Sironi negli anni ‘50 fu la prima in Italia a studiare le problematiche legate al limite tra Cretaceo e Paleogene. Alla fine degli anni ’60, la sua fama si estese oltre i confini europei.
Nel ’68 partecipò come paleontologa alla seconda crociera oceanografica della nave Glomar challenger, nel progetto statunitense ‘Deep sea drilling project’. Fu la prima straniera e una delle prime due donne a far parte di questa missione, che contribuì a confermare la teoria dell’apertura dei fondi oceanici nell’Atlantico centrale. In questa spedizione colse l’importanza rivoluzionaria della geologia marina, sostenuta da nuove tecnologie.
Le sue successive partecipazioni a crociere nel Mediterraneo e nel Nord Atlantico portarono alla scoperta delle evaporiti messiniane sotto il fondo dei bacini balearico, tirrenico, ionico e levantino, svelando nuovi dettagli sull’evoluzione geologica di queste aree. Poi ancora studi in Sicilia, Corfù, Cipro, Romagna e nei laghi lombardi, oggi considerati fondamentali, che hanno gettato le basi per molte delle attuali conoscenze in stratigrafia. Cita Sironi è stata anche docente all’Università degli Studi di Milano, dove ha formato generazioni di geologi. Professoressa emerita di geologia dal 1998, ha condiviso le sue conoscenze in decine di corsi e seminari.
Alla fine degli anni ‘70 la sua passione per la geologia marina la portò a partecipare a crociere con il sottomarino americano Alvin, esplorando la scarpata delle Bahamas e i canyon del New England. Queste spedizioni portarono a importanti scoperte sull’evoluzione dei margini continentali passivi. Negli anni ‘80 organizzò sette crociere con la nave Bannock nel Mediterraneo orientale, coinvolgendo colleghi e studenti da tutto il mondo, molti dei quali sarebbero diventati geologi marini di fama internazionale.
La sua capacità di coordinare e guidare ricerche innovative ha lasciato un’impronta indelebile nel campo della geologia. E fu promotrice della partecipazione italiana all’esplorazione geologica degli oceani attraverso l’’Ocean drilling program’. Della sua carriera, disse: “Ho cambiato le mie priorità quando ho incontrato la geologia marina”. Un incontro che ha cambiato la storia.