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Morte Carlotta Benusiglio, assolto in via definitiva l’ex fidanzato Marco Venturi

Per la Corte di Cassazioni sono inammissibili i ricorsi della Procura generale di Milano e della famiglia della donna

Carlotta Benusiglio, la stilista impiccata: assolto in via definitiva ex fidanzato

Carlotta Benusiglio, la stilista impiccata: assolto in via definitiva ex fidanzato

Milano, 8 maggio 2024 - Ora è definitiva la sentenza di assoluzione per Marco Venturi dall'accusa di morte in conseguenza di altro reato, lo stalking, dell'ex compagna Carlotta Benusiglio, trovata impiccata a un albero con una sciarpa nei giardini di piazza Napoli a Milano la notte tra il 30 e il 31 maggio 2016. Un’assoluzione definitiva a otto anni dalla morte della stilista

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione dichiarando inammissibili i ricorsi proposti dalla procura generale di Milano e dalle parti civili, la madre e la sorella di Benusiglio.

La Corte ha accolto quindi la richiesta della Procura generale della Cassazione che aveva chiesto questa mattina ha chiesto di rigettare, perché “inammissibile e infondato”, il ricorso della Procura generale di Milano.

La storia 

Una sentenza che aveva ribaltato quella di condanna a 6 anni di reclusione inflitta in abbreviato dalla gup Raffaella Mascarino. Sia in primo grado che in appello era stato chiesto per Venturi, difeso dagli avvocati Andrea Belotti e Veronica Rasoli, di ritenerlo colpevole di omicidio volontario della stilista 37enne.

L'indagine sulla morte di Benusiglio ha avuto un iter procedimentale tortuoso con una prima richiesta di archiviazione firmata dall'allora procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Antonio Cristillo, revocata dal pm Gianfranco Gallo. Nel ottobre 2020 il sostituto procuratore, nel frattempo passato a Roma, ha chiuso le indagini nei confronti di Venturi contestandogli l'omicidio volontario dell'ex compagna oltre le lesioni aggravate e atti persecutori. In particolare, stando alla ricostruzione dell'accusa Venturi, allora 40enne, avrebbe strangolato la ex al culmine di una lite "per futili motivi con dolo d'impeto, stringendole al collo una sciarpa oppure il proprio braccio".

La ragazza era affetta dalla sindrome di Eagle, una rara patologia che colpisce i legamenti del collo, e questo avrebbe fatto da concausa all'asfissia da strangolamento. Una ricostruzione portata avanti dalla collega Francesca Crupi nel processo con rito abbreviato. Durante il giudizio è stata eseguita anche una perizia su una sagoma ripresa dalla telecamera "Napoli 13" nelle vicinanze dell'albero a cui e' stata trovata morta impiccata. L'esperto nominato dal giudice l'aveva ritenuta un "artefatto da comprensione".