Marco Venturi non è stato condannato per omicidio volontario ma per "morte come conseguenza di altro reato", cioè stalking, lesioni e minacce proseguite per almeno due anni. È un’ipotesi spesso utilizzata nei confronti dei pusher che vendono dosi killer, ma anche in una sentenza sul caso del suicidio di una vittima di estorsione. Il gup Raffaella Mascarino, nel caso Benusiglio, ha stabilito quindi che la morte di Carlotta non fu un omicidio volontario ma conseguenza diretta di condotte precedenti dolose da parte del fidanzato, condannato anche per stalking e lesioni. Un reato contestato più raramente e diverso rispetto a quello di istigazione al suicidio, omicidio preterintenzionale, volontario o colposo.
CronacaMorte conseguente a stalking e minacce