Milano, 13 ottobre 2024 – "Vogliamo giustizia e la vogliamo ora", spiega al megafono Michelle Sala, cugina di Omar Bassi il 23enne di Bollate morto lo scorso 5 agosto per emorragia cerebrale all'ospedale di Reggio Calabria mentre era in vacanza con i suoi genitori, quindici giorni dopo essere stato picchiato dai buttafuori in un locale di Origgio in provincia di Varese. Oggi pomeriggio famigliari e amici del giovane hanno fatto un flashmob in piazza Duomo a Milano "per non dimenticare" e per chiedere che i responsabili della sua morte siano identificati e arrestati. Erano in tanti con lo striscione, le magliette con il volto di Omar e la scritta "Omy blanco vive". Al megafono hanno raccontato quello che è successo la notte del 20 luglio in discoteca e nei giorni successivi. Fino al 5 agosto quando Omar è morto.
“Niente e nessuno ci fermerà”
"Non ci fermeremo fino a quando non sapremo la verità. Non si può perdere un cugino, un amico, un fratello, un figlio, per una serata in discoteca – continua la cugina –. Aiutateci a condividere la storia di Omar, queste cose le devono sapere tutti". In prima fila, mamma Giusy Sala, "quella sera Omar non aveva fatto niente di male, ma è stato picchiato con calci e pugni – racconta –. Vogliamo anche capire come è possibile che al pronto soccorso dell'ospedale di Garbagnate milanese
gli hanno fatto una Ta c solo perché ho insistito io e poi lo hanno dimesso con una prognosi di tre giorni e un antidolorifico".Le carte in mano alla Procura di Busto Arsizio
In questi due mesi e mezzo amici e familiari hanno organizzato diversi flashmob per tenere accesi i riflettori sulla drammatica vicenda, ora attendono la chiusura delle indagini da parte della Procura di Busto Arsizio, e poi, se sarà necessario, torneranno nelle piazze, da metà novembre. La Procura per il momento ha aperto l'inchiesta contro ignoti, per omicidio preterintenzionale. Gli inquirenti dovranno determinare se esiste un nesso tra la morte del ragazzo e il pestaggio. "Sono molto contenta per l'adesione che abbiamo avuto oggi, qui in piazza Duomo, la vicinanza di tante persone ci fa sentire meno soli in questa battaglia - conclude la mamma - è stato davvero emozionante, Omar mi manca da morire per questo non mi arrendo".