REDAZIONE MILANO

Morti sospette, all’ex Santa Rita arrivano gli ispettori

In via Jommelli arriveranno presto gli ispettori dell’Ats. L’Agenzia di tutela della salute creata dalla riforma della sanità lombarda di GIULIA BONEZZI

La clinica Città Studi

Milano, 12 gennaio 2016 - In via Jommelli arriveranno presto gli ispettori dell’Ats. L’Agenzia di tutela della salute creata dalla riforma della sanità lombarda ha ereditato dall’antenata Asl anche i compiti di controllo sul rispetto dei requisiti delle strutture sanitarie, nel caso specifico private contrattualizzate col servizio sanitario regionale. E all’Istituto clinico Città Studi, ex Santa Rita, gli ispettori ora dell’Ats si sono dovuti rivolgere già due volte, in questo 2016, per acquisire documentazione relative a due denunce presentate dai parenti di altrettanti pazienti morti nella clinica tra Natale e l’Epifania. La prima richiesta di chiarimenti è partita da Corso Italia dopo la morte sospetta di un pensionato di 72 anni in sala operatoria. Un caso raccontato dal Giorno, sul quale il pm Marcello Musso ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia dei parenti dell’uomo, arrivato da Manfredonia per farsi operare di tumore alla prostata da un luminare in trasferta alla Città Studi.

Il pensionato, operato altre due volte dai medici della Città Studi per complicanze seguite al primo intervento, è morto il 4 gennaio. All’alba di Capodanno i suoi parenti chiamarono i carabinieri per ottenere l’intervento di uno specialista, e alle 13 il paziente tornava sotto i ferri (la seconda volta, di tre) per un’emorragia. Gli ispettori dell’Ats erano pronti a presentarsi in via Jommelli, ma ieri si sono fermati. Perché nel frattempo è emersa un’altra denuncia, della quale ha dato conto sempre il Giorno, presentata dai parenti di un uomo operato la vigilia di Natale alla Città Studi: al femore, che si era rotto la sera prima cadendo in casa. Il 76 enne, poliomielitico e diabetico sottoposto a dialisi, è morto in seguito, mentre era ricoverato in reparto, «non monitorato e non sottoposto a una sorveglianza intensivistica», hanno denunciato i familiari riferendo al loro avvocato che, quella notte, c’era «solo un’infermiera a sorvegliare 34 pazienti». L’Ats ieri ha chiesto alla Città Studi la documentazione anche su questo secondo caso. L’ispezione a questo punto riguarderà entrambi: cartelle cliniche, personale presente, rispetto delle procedure.

Il neodirettore generale dell’Ats Marco Bosio ha chiesto tempi brevi: «Le verifiche saranno effettuate in settimana, e presenteremo immediatamente le risultanze alla Direzione Generale Salute». Cioè alla Regione, che vigila sul rispetto dei requisiti di assistenza imposti agli ospedali. Quelli pubblici e quelli privati a contratto con la sanità pubblica, come la Città Studi. di GIULIA BONEZZI