Milano – È la notte tra il 19 e il 20 agosto del 2023 poco dopo la mezzanotte. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza riprendono gli ultimi minuti di vita di Giovanni Sala, il ragazzo di 34 anni morto fuori dalla sede di Sky dopo essere stato bloccato da due vigilanti. Un anno di indagini oggi restituisce un quadro differente da quello che aveva portato la procura a ipotizzare un omicidio colposo.
In un frame della lunga registrazione video si vede infatti uno dei due vigilanti sferrare due pugni in viso a Sala. “Un’aggressione aggiuntiva gratuita“ che ha portato la procura a modificare l’imputazione in omicidio preterintenzionale. La difesa e l’accusa giocheranno in punta di diritto sui limiti della legittima difesa e sullo svolgimento del legittimo incarico lavorativo. Il giovane palermitano, residente in provincia di Varese, aveva problemi di tossicodipendenza e spesso frequentava il “boschetto di Rogoredo” , un’area incolta vicina alla stazione ferroviaria omonima che da anni è nota per essere uno dei principali luoghi di spaccio di eroina e cocaina.
Nelle immagini che restituiscono le telecamere di sorveglianza, vagliate dai periti della procura, si vedono i tanti tentativi del ragazzo, alterato da alcol e droga, di entrare dal cancello degli studi. Ma sono tentativi di una persona alterata che, stando alla difesa, potevano essere contenuti senza che la vittima divenisse bersaglio di pugni.
Si vedono, invece, i vigilanti che lo respingono più volte. Poi lo “contengono“ , lo atterrano e lui batte la testa. Per circa sette minuti viene bloccato per terra con un ginocchio sulla schiena. Smette di respirare e saranno inutili i tentativi di rianimarlo. Quando arrivano i soccorsi dell’ambulanza per il giovane non c’è più niente da fare.
La procura ha disposto anche una trascrizione delle telefonate che i due vigilanti hanno fatto alla polizia e ai soccorsi e una copia dei messaggi contenuti nei cellulari. Gli investigatori vogliono vederci chiaro. Quale è stata la causa ultima del decesso di Sala? Quanto ha influito sulla morte successiva del 34enne dalle condizioni di salute già compromesse, l’aggressione a pugni che hanno lasciato pesanti lividi sul suo viso?
E quanto ha influito, invece, la manovra di contenimento da parte dei due vigilantes? E in ultimo, quale era il limite entro il quale i due vigilanti potevano attuare il contenimento? Perché stando a quanto sostiene la procura, il pm che coordina le indagini è Alessandro Gobbis, i due uomini che avevano l’incarico di sorvegliare l’ingresso della sede televisiva avrebbero dovuto limitarsi a chiamare le forze dell’ordine. Le manovre per atterrarlo non rientrerebbero nelle loro funzioni. Tantomeno i pugni.