È morto Francesco Alberoni, addio al sociologo dei movimenti sociali e dell’amore: aveva 93 anni

L’accademico, scrittore e giornalista si è spento a Milano per una complicazione seguita a una terapia alla quale era sottoposto per problemi renali

Francesco Alberoni a Teatro San Babila di Milano

Francesco Alberoni a Teatro San Babila di Milano

Il sociologo, giornalista e scrittore Francesco Alberoni é morto questa sera all'età di 93 anni a Milano. Alberoni si è spento al Policlinico dove era ricoverato da alcuni giorni per una complicazione sopraggiunta durante una terapia alla quale era sottoposto per problemi renali. Lo apprende l'Ansa dalla famiglia.

In campo sociologico si occupò in modo sistematico delle discontinuità sociali e del processo per cui l'ordine sorge dal caos, e da qui nacque l'idea guida per la comprensione dei movimenti collettivi. Ma divenne famoso al grande pubblico per le opere sull’amore, il sesso e l’innamoramento

Cordoglio di Fratelli d’Italia

Nel 2019 si era candidato alle elezioni europee del 2019 nelle liste di Fratelli d'Italia raccogliendo 5.231 preferenze nel nord-ovest piazzandosi in ottava posizione e non risultando eletto. "Ci ha lasciato oggi un grande sociologo, un grande scrittore, ma soprattutto un grande uomo che mi ha onorato fino all’ultimo della sua amicizia”, ha scritto su Facebook il presidente del Senato Ignazio La Russa. Un uomo, prosegue La Russa, che "ha sempre saputo cogliere l'evoluzione della società e l`ha raccontata con quella semplicità ed efficacia che lo hanno fatto diventare di famiglia per tanti italiani”.

"Con Francesco Alberoni – il messaggio di Cordoglio di Daniela Santanché – se ne va un grande intellettuale e un grande sociologo, i suoi studi sull’amore sono stati un contributo prezioso per tutta la Nazione. Buon viaggio Francesco”.

La vita di Alberoni

Nato a Borgonovo Val Tidone nel 1929, fu allievo del Collegio Cairoli e si laureò in medicina all’Università di Pavia, dove studiò psichiatria con Ermenegildo Gastaldi. Docente di sociologia all'università di Milano dal 1964, si è occupato di comunicazioni di massa, di fenomeni migratorî, di partecipazione politica in Italia. Negli anni ha stretto rapporti accademici con alcuni dei maggiori studiosi internazionali e nel 2005 è stato membro del consiglio di amministrazione e consigliere anziano facente veci di presidente della Rai.

Per quasi trent’anni ha tenuto una rubrica sul Corriere della Sera, ospitata in prima pagina, intitolata "Pubblico e privato". Fine osservatore della società e dei rapporti intimi tra gli individui, nel 1979 pubblica Innamoramento e amore, in cui argomenta come l'innamoramento sia lo stato nascente di un movimento collettivo composto esclusivamente da due persone. La tesi centrale del libro, più volte ribadita, è che l'innamoramento costituisce il tentativo effettuato da due persone di operare una "rivoluzione" affettiva, morale e pragmatica delle loro vite.

Tra le sue opere più celebri, Movimento e istituzione; L'élite senza potere: ricerca sociologica sul divismo: L'Italia in trasformazione; ma anche Innamoramento e amore; L'erotismo; L'arte del comando; Sesso e amore; Leader e masse; Lezioni d'amore; L'arte di amare. Il grande amore erotico che dura.