GABRIELE MORONI
Cronaca

È morto il giornalista Tullio Barbato, fondatore e voce di Radio Meneghina: aveva 88 anni

Soprannominato “Veleno”, innamorato della “montagnetta” di San Siro, cronista di classe e scrittore raffinato. Ha raccontato con occhio appassionato e attento gli Anni di Piombo e la sua Milano

Il giornalista Tullio Barbato

Tullio Barbato se n'è andato a 88 anni. Ha fatto a tempo per l'ultima sgambata sulla "montagnetta" di San Siro, luogo della memoria, luogo del cuore. È stato l'ultimo atto d'amore a quella Milano di cui è stato per oltre mezzo secolo cronista, storico, osservatore attento, acuto, pugnace ma sempre innamorato e appassionato.

Dicevi "Tullio Barbato" e subito pensavi a Radio Meneghina, storica emittente che aveva fondato nel 1977 al numero 1 di via Monte di Pietà, da cui usciva la sua voce arrochita da un numero infinito di sigarette e insieme amichevole e suadente. Ma "il Tullio" è stato tanto, tanto di più, un giornalista e uno scrittore versatile, curioso, appassionato, ma anche un polemista corrosivo così da guadagnarsi il soprannome di "Veleno".

Gli studi all'istituto San Celso, il liceo scientifico Vittorio Veneto, scienze politiche alla Cattolica e all'Ispi. Il giornalismo è nel suo destino e come giornalista, dopo avere iniziato con un murale milanese, fa di tutto, dal "trombettiere" al direttore, ma è anche corrispondente, redattore, inviato speciale, capace di spaziare dalla cronaca allo sport, dall'economia agli spettacoli, dagli interni agli esteri.

Per molti anni è al Messaggero, all'Agenzia Italia, al Secolo XIX, alla Notte, con i passaggi al Giorno e al Corriere della Sera, le collaborazioni con una ventina di altri giornali e televisioni. Dirige Sport-Informazioni, Europa Sport, Asca-Nord. Collabora ad agenzie di stampa estere che portano i nomi prestigiosi di Reuters, France Press, Associated Press. È impegnato con Fiera Milano e Italia 90. Dirige gli uffici stampa della Provincia di Milano, dell'Italartists, dei concorsi INA-Touring, di Renault-STP, CIF-Cinema 8, Mercatus, Gold Italia, della prima edizione dei Quattro motori per l'Europa e della prima Marcialonga.

Il milanesissimo Barbato guarda anche all'Europa e porta Milano e la Lombardia in Europa con conferenze al Palazzo dei Congressi di Strasburgo, alla Sorbona, alle università di Liegi e Helsinki, mentre alla Statale di Milano parla di europeismo. A Bruxelles fa parte della Commissione Davis per il risparmio energetico.

Come boy scout e rover della GEI (Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani) partecipa al Jamboree di Linz, ai campi estivi del Marecchia e di Zambla, ai soccorsi del Polesine, ai preliminari della Croce Rosa Celeste. Milano e ancora Milano. Nel 2016 la città lo premia con l'Ambrogino d'oro (è benemerito pure di Zagabria e Poznan). È tra i soci fondatori del festival Milano canta, del Nuovo Circolo Ambrosiano, della Consulta Sforzesca e della Consulta Lombarda.

Barbato autore di libri è eclettico e onnivoro del fare e dello scrivere come il Barbato giornalista. Spazia dalle ricostruzioni di guerra alla storia dell'industria, dalle canzoni alla cucina, sempre con l'occhio e il cuore a Milano. Nella sua sterminata produzione, "Enciclopedia dei cantanti e delle canzoni" (1969), "Deus ex machina. La leggenda dell'UCIMU" (1980), "Per una storia di Meneghin e Cecca" (1980), "Case e casini" (1994), "Il monte Stella. Milano dai bombardamenti al parco della memoria sulla montagnetta di San Siro" (2015), "Milano bombardata" (2016). "Ombre sulla città", uscito nel 2018, è una straordinaria cavalcata, dalla vecchia mala della "ligera" ai tempi di Angelo Epaminonda, Francis Turatello, Renato Vallanzasca, fino all'erompere della violenza politica.

Chi vuole conservarne la memoria o conoscerne la storia deve passare per "Il terrorismo in Italia", il libro, edito nel 1980, in cui Barbato ricostruisce, annalisticamente, episodio per episodio, l'epoca terribile degli "anni di piombo".