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Morto Graziano Mesina, ex primula rossa sarda. La malattia e la scarcerazione, la legale: “Su di lui accanimento”

Aveva 83 anni ed era malato di tumore in fase terminale. L’avvocata: “Stavamo organizzando il suo ritorno in Sardegna”. Conosciuto con il soprannome di “Grazianeddu”, la sua fama deriva anche dalla spettacolarità delle sue evasioni

Graziano Mesina

Graziano Mesina

Roma, 12 aprile 2025 – E' morto all'età di 83 anni Graziano Mesina che proprio ieri era stato scarcerato dopo che era stata accolta l'istanza di differimento pena per motivi di salute presentata al tribunale di sorveglianza di Milano. Figura simbolo del banditismo sardo, Mesina era stato trasferito ieri dal carcere di Opera al reparto detenuti dell'ospedale San Paolo di Milano, dove era stato ammesso ai domiciliari per motivi di salute gravissimi. Affetto da una patologia oncologica in fase terminale, l'ex primula rossa era stato giudicato non trasportabile e costretto a letto, impossibilitato a muoversi. 

L’avvocato: “Su di lui accanimento”

"Fino all'ultimo Graziano Mesina è rimasto in carcere. Su di lui c'è stato una sorta di accanimento". Lo ha detto la sua legale Beatrice Goddi, che insieme a Maria Luisa Vernier ha seguito le vicende giudiziarie di Mesina. "Siamo molto dispiaciute e anche contrariate perché si poteva scarcerarlo prima, almeno un mese fa – aggiunge – oggi ci stavamo preparando per andare a trovarlo con alcuni familiari e organizzare il suo trasferimento in Sardegna, invece c'è stato questo epilogo". 

La malattia e la scarcerazione

Mesina, che aveva compiuto 83 anni lo scorso 4 aprile, era malato da tempo e sono state sette le istanze per chiedere il differimento della pena, per motivi di salute, presentate al tribunale di sorveglianza di Milano da parte delle sue avvocate e sempre respinte sino all'ultima accolta ieri. "A causa della malattia egli non può più camminare, non si alimenta, non parla, ha difficoltà a riconoscere le persone", avevano fatto sapere le sue legali. Da qui la richiesta di scarcerazione. Un anno fa era stato lo stesso tribunale di sorveglianza di Milano a disporre una perizia psichiatrica sulle condizioni di salute di Mesina, dopo una delle sette richieste di scarcerazione sollecitata dalle due avvocate che avevano già segnalato "un decadimento neuro cognitivo e neuropsichiatrico".  Secondo la documentazione medica, la malattia di cui soffriva era ormai diffusa e incurabile.

Ex primula rossa del banditismo sardo

Dal dicembre del 2021 si trovava in carcere per scontare 24 anni ricalcolati sulla condanna a 30 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Prima di essere catturato a Desulo (Nuoro), aveva passato un anno e mezzo in latitanza. Era stato arrestato e condotto prima nel carcere nuorese di Badu 'e Carros, poi da due anni era rinchiuso in quello milanese di Opera. Nato a Orgosolo il 4 aprile 1942, Mesina era diventato negli anni Sessanta e Settanta un volto noto della cronaca nera italiana, simbolo controverso della Sardegna più aspra e ribelle.

Le evasioni spettacolari e la prima fuga nel 1962

Protagonista di clamorose evasioni, latitanze e arresti, la sua vita ha attraversato oltre mezzo secolo di storia giudiziaria italiana. Conosciuto anche con il soprannome di 'Grazianeddu', Mesina è passato alla ribalta delle cronache come esponente del banditismo sardo del dopoguerra e la sua fama deriva anche dalla spettacolarità delle sue evasioni, di cui è difficile ricostruire l'esatto numero. La prima fuga risale all'11 maggio 1962, mentre veniva trasferito da Sassari a Nuoro. Nel 2004 uscì dal carcere di Voghera dopo aver ottenuto la grazia, ma nel 2013 fu di nuovo arrestato. L'ultima condanna quella a 30 anni nel luglio 2020.