Milano, 20 gennaio 2025 – Lo sport e il giornalismo lombardi ricordano Leo Siegel, scomparso ieri, domenica 19 gennaio, all’età di 85 anni. Nato a Torino, ma trasferitosi presto in Lombardia, ha legato il nome al calcio delle serie minori ma anche all’hockey su ghiaccio.
Era tifosissimo, infatti, dell’Hockey Club Milano, oltre che storico di un club – oggi sparito, si spera non per sempre – che ha scritto pagine importantissime nello sport italiano, portando la metropoli sulla mappa di una disciplina frequentata quasi esclusivamente da società di montagna o degli altipiani.
Ha curato numerose pubblicazioni dedicate alla squadra rossoblù, compreso il volume uscito per celebrare lo storico scudetto del 1991-92.
Il profilo
Leo Siegel, classe 1940, si trasferì da bambino a Milano. Studi all’istituto Gonzaga e, successivamente, al liceo classico Carducci, come tanti ragazzi in quegli anni si fa cogliere dal virus della politica. Il cuore è saldamente piantato a destra. Milita nelle organizzazioni giovanili dell’Msi e, successivamente, viene eletto in consiglio comunale nel 1975. Più avanti si avvicinerà alla Lega Nord, impegnandosi attivamente nei media legati al movimento.
Non solo politica. Le sue due passioni, che diventano presto professioni, sono il giornalismo e lo sport. Ha lavorato per diverse testate locali e nazionali, in radio e tv così come sulla carta stampata. È il fondatore di Top Hockey, magazine dedicato allo sport che – con il calcio – più amava.
Da giornalista, negli anni in cui solo ricordare le vittime di destra del terrorismo e dell’estremismo politico era un pericolo, fu uno dei pochissimi a tenere alta l’attenzione sulla morte di Sergio Ramelli, scomparso dopo essere stato aggredito a colpi di chiave inglese da un commando di giovani vicini ad Avanguardia Operaia. Ma si batté anche per perpetuare il ricordo dei piccoli martiri di Gorla, i 184 bimbi uccisi da un bombardamento alleato nel 1944, le scuse per i quali sono arrivate solo in tempi recenti da parte degli Stati Uniti. Negli anni ‘90 e 2000 è stato voce di Radio Padania Libera e Tele Padania.
Calcio e hockey
Negli anni ‘80, dopo aver conquistato il patentino a Coverciano (migliore allievo dell’annata ‘80), Siegel si è seduto sulle panchine di una serie di club calcistici lombardi impegnati nelle serie minori. La sua impresa da mister risale al 1981-82, quando porta la Pro Patria in serie C1, chiudendo il campionato senza sconfitte casalinghe. Lo Speroni – il nome dello stadio di Busto Arsizio – fu trasformato in un fortino inespugnabile, complice anche un tifo caldissimo, con numeri che oggi farebbero felice un qualsiasi club di serie B.
Siegel ha allenato anche la Virtus Binasco, portandola fino alla serie D. Poi la Vogherese, il Sant’Angelo, il Mantova, l’Fbc Saronno e l’Omegna. Successivamente è stato osservatore per il Chievo Verona, in serie A e B. L’ultima esperienza in panchina è da commissario tecnico della nazionale della Padania, sogno – tramontato – di Umberto Bossi di lasciare un segno anche nel calcio.
Nel mondo hockey Leo Siegel è sinonimo di Hockey Club Milano. Ha seguito la squadra in lungo e in largo, nelle trasferte italiane ed europee. Come giornalista, ma soprattutto come suo cantore e tifoso. Numerosi supporter lo stanno ricordando sui social, condividendo memorie di radiocronache ai confini dell’epos e di scorpacciate di panini con wurstel e crauti. Appassionato, ma anche attivo nella promozione di uno sport affascinante: fu presidente della Lega hockey italiana e presidente di quella europea.
Il funerale si terrà mercoledì 22 gennaio nella chiesa di San Luca, in via Ampere 75.