Milano – Aveva il gusto del paradosso, Leonardo Cardo. E sapeva dosarlo con una grazia che non andava mai a scapito della chiarezza, dell’efficacia e della forza del suo messaggio, soprattutto se c’erano in gioco i diritti delle persone con disabilità. L’acume da poeta instillato in una tempra da attivista. “Sono all’altezza di risolvere problemi più grandi di me”: così diceva lui, nato con l’acondroplasia, una malattia genetica rara, una forma di nanismo. “Guardare le persone che amo negli occhi e le persone che non mi appartengono dall’alto verso il basso”: così ha scritto in vitainclusiva.it, il suo blog. Mancherà a chi lo conosceva come “zio Leo”, mancherà alla causa della disabilità: Leonardo Cardo è deceduto lunedì, a 66 anni. Oggi alle 14.45 i funerali alla chiesa di San Giovanni Battista alla Creta.
Tra quelle “esperienze autentiche di vita” attraverso le quali voleva “celebrare la diversità e l’inclusione”, c’è senza dubbio da annoverare anche la sua: nato a Verona, arrivato a Milano all’età di 3 anni, fu escluso dall’asilo a causa della sua disabilità. Inevitabile il passaggio da quella domanda, come ha raccontato lui stesso: “Perché è capitato proprio a me?”. Decisamente meno scontato l’approdo finale del suo percorso: divulgatore, nelle scuole e in più occasioni pubbliche, della necessità di uno sguardo radicalmente diverso sulla diversità, blogger e attivista pronto alla piazza per la difesa dei diritti delle persone con disabilità.
C’era anche lui il 22 marzo scorso sotto Palazzo Lombardia, quando le associazioni famigliari unitesi nel “Comitato Caregiver B1-B2” manifestarono contro i tagli alle misure di sostegno alla disabilità gravissima e grave. C’era pure il 16 aprile, nella manifestazione bis indetta sempre per lo stesso motivo, sempre per la stessa causa, ma quella volta davanti al Pirellone, da Fand, Ledha e Anffass oltre che dal Comitato Caregiver B1-B2. Prim’ancora aveva preso parte ai sit-in mattutini convocati in coincidenza di questa o quella seduta del Consiglio regionale. Sempre col suo stile, sempre col suo messaggio: “Non uno su mille ce la fa, ma mille su mille ce la possono fare”. Parole sue. Un percorso divenuto possibile una volta che gli si è accesa “la luce dell’autostima”, “la luce dell’accettazione di se stesso”: parole sue, di nuovo. Probabilmente è allora che è nato “zio Leo”. Era anche programmatore informatico, Leonardo Cardo. E nel 2019 era entrato nel Disability Inclusion Team di Zurich, per la quale lavorava. Scrittore, infine: ad ottobre ha dato alle stampe “Nella nebbia delle emozioni”.
Tanti i messaggi di cordoglio. “La disabilità non è bella ma ti da l’opportunità di conoscere giganti come Leonardo Cardo, zio Leo per tutti noi ma soprattutto per tutti i bambini che lo conoscevano e lo adoravano – è il ricordo di Fortunato Nicoletti, vicepresidente di “Nessuno è Escluso“ –. Ci mancherà tutto di te: la tua forza, la tua meravigliosa ironia ed autoironia, la tua combattività e soprattutto il tuo cuore ricolmo di amore”. “Abbiamo perso un grande amico e uno zio fraterno, sempre carico di affetto e attenzioni per i suoi piccoli e grandi nipoti” scrive Cristina Finazzi, di “Spazio Blu Autismo" e “Uniti per l’Autismo”. “Ci ha lasciato un uomo meraviglioso che ha dedicato la sua vita a difendere i diritti delle persone più fragili. Leonardo Cardo un amico, una gentilezza incredibile, una persona magnifica che mancherà a tutti noi” scrive Morena Manfreda di Abilità Diverse. Quindi I Sentinelli di Milano: “Chi lo ha conosciuto come è capitato a noi, coglie il senso di una perdita dolorosissima. Attivista instancabile per i diritti delle persone con disabilità. Uomo generoso e profondo. Inflessibile sui principi. Militante contro ogni discriminazione”. Dall’europarlamentare Pierfrancesco Maran all’assessore comunale Lamberto Bertolè, anche diversi politici hanno voluto omaggiare “zio Leo”.