SIMONA BALLATORE e MILLA PRANDELLI
Cronaca

Alpinista morto sul Concarena: addio Franz, tradito dai monti

Il Politecnico piange l’alumno, tecnico di laboratorio e alpinista

Francesco Rota Nodari

Milano, 25 marzo 2018 - È stato tradito dalla sua passione più grande, quella per le montagne, come un suo «collega», scomparso solo due anni fa. Silenzio e lacrime al Politecnico di Milano per Francesco Rota Nodari, suo alumno e da anni tecnico di laboratorio nell’ateneo.

La tragedia sui monti della Valle Camonica, a Ono San Pietro: ieri mattina Rota Nodari, per gli amici “Il Franz”, è precipitato per 500 metri perdendo la vita. Lascia due figli piccoli. Lascia un vuoto enorme. Aveva 41 anni Francesco ed era originario di Scanzorosciate. Era un alpinista espertissimo, con all’attivo quasi 100 risalite oltre i 4mila metri, di cui 82 in Europa, dove ha superato tutte le vette sopra questa quota altimetrica. Dopo essersi laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria ambientale, con una specializzazione in difesa del suolo, era stato assunto come tecnico amministrativo nel dipartimento di «Architecture, Built Environment and Construction Engineering», da tanti anni lavorava come tecnico del laboratorio di Remote Sensing guidato dal professore Marco Gianinetto. In passato aveva collaborato anche al progetto nazionale “Italian Glacier Monitoring from Space” finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana.

Rota Nodari è arrivato in Valle Camonica nella giornata di sabato. L’ultimo messaggio che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook è stato postato da Capo di Ponte venerdì sera per augurare la buona notte agli amici. «Buona notte! (e speriamo sia buona… sicuramente sarà lunga».Ma una caduta nel vuoto ha messo fine a tutto. Il terribile infortunio è avvenuto attorno alle nove del mattino, non distante da cima Bacchetta, che si trova a circa 2.549 metri. L’alpinista si stava calando in corda doppia lungo il “Sentiero della Felicità”. La modalità con cui è avvenuto l’incidente è ancora tutta da ricostruire, anche se sembra che Francesco Rota Nodari abbia improvvisamente perso l’equilibrio a causa del cedimento di un chiodo, precipitando. Stava scalando con una donna di 57 anni, anche lei alpinista esperta, che è rimasta illesa ed è riuscita a scendere da sola, allertando i soccorsi. Sul posto nel giro di poco sono arrivati diversi mezzi, l’elicottero da Brescia e gli operatori del Soccorso Alpino e Speoleologico della Quinta Delegazione Bresciana. Il pilota dell’elicottero, nonostante il meteo avverso, è riuscito ad avvicinarsi al corpo di Franz, che è stato recuperato e portato alla sala mortuaria dell’ospedale di Esine. «Buona notte Franz... che tu ti possa risvegliare in un luogo sereno», postano gli amici e colleghi, rispondendo con le lacrime al suo ultimo saluto. «Le tue meravigliose foto che hanno fatto sognare tutti noi e le tue esplorazioni rimarranno per sempre».

La notizia della sua morte è giunta nel tardo pomeriggio anche al Politecnico. E ha riportato alla mente di tutti altre due tragedie che hanno scosso l’ateneo. Il 22 febbraio del 2015 una valanga uccise il presidente del Mip (la Business School del Politecnico), Gianluca Spina, insieme a tre amici milanesi appassionati, come lui, di montagna. Come Rota Nodari lasciò la moglie e due figli. Il 9 dicembre Giorgio Piccardi, studente promettente della facoltà di Ingegneria, precipitò nel vuoto sulla ferrata “Simone Contessi” di Morterone, nel Lecchese, sotto gli occhi di tre compagni.