MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Moschea di San Siro e i post su Facebook, l’associazione si difende: “Sarà un polo culturale”. Ma i residenti sono preoccupati

Cantiere in via Gianicolo, nei giorni scorsi l’annuncio social de “La Misericordia“. Il centrodestra va all’attacco: “Tardiva la comunicazione d’inizio lavori”

La polizia locale intervenuta ieri. Sopra, il cantiere nell’ex autorimessa (Foto Fasani)

La polizia locale intervenuta ieri. Sopra, il cantiere nell’ex autorimessa (Foto Fasani)

Milano, 16 gennaio 2025 –  Un corridoio a cielo aperto conduce a un capannone, ex autorimessa inutilizzata da anni che ora è un’area di cantiere. Fuori, sulla strada, ieri mattina c’erano due grosse strutture metalliche. Poco dopo le 12.30 è intervenuta la polizia locale per la segnalazione di “ostacoli”. Sistemati lì, hanno spiegato due uomini, che poi hanno rimosso quei blocchi, per evitare in maniera fai-da-te la sosta di auto. E di conseguenza per consentire il viavai di mezzi in quel cantiere. In via Gianicolo 8 per l’esattezza, in zona San Siro, dove fervono i lavori per dare forma a una moschea. “Moschea? Sarà un centro culturale”, risponde al telefono Abdul Ghani Altaji, dell’Associazione La Misericordia che sta attuando il progetto. Il primo a segnalare la situazione è stato il consigliere comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico, che ha presentato una richiesta di accesso agli atti “per verificare se esiste un titolo edilizio per la realizzazione di un luogo di culto”. La risposta della Direzione specialistica Attuazione diretta Pgt e Sue (Sportello unico edilizio) non lascia dubbi: “In via Gianicolo 8 non risultano presentati titoli edilizi per la realizzazione di luoghi di culto”. Risulta anche che il 13 gennaio, alle 17.57, l’associazione La Misericordia Ets abbia presentato la Cila, Comunicazione di inizio lavori, che comunque non prevede il cambio di destinazione d’uso. La Cila, poi, visto che i lavori erano già iniziati (come si vede da foto e video postati su Facebook nei giorni precedenti dalla stessa associazione), sarebbe tardiva. “E questo – commenta De Chirico – la dice lunga”. La polizia locale, apprendiamo, è stata informata per i controlli opportuni.

Gli uffici comunali intanto confermano che la Cila sia stata presentata per “ristrutturazione dell’immobile, con l’aggiunta di servizi igienici”.

Insomma, sui documenti formali non c’è traccia né di moschea e né di luogo di culto. Ma sulla pagina Facebook di Fondazione La Misericordia, giovedì scorso è comparso un post con tanto di video del cantiere in corso. E un messaggio, scritto in arabo, che tradotto in italiano è questo: “Grazie ad Allah onnipotente e grazie alle vostre preghiere e donazioni, sono iniziati intensamente i lavori sui dipinti della Moschea di San Siro finché non sarà pronta per l’apertura all’inizio del mese benedetto del Ramadan”. Ancora: “Vi invitiamo a donare attraverso il conto della Fondazione Al-Rahma, o a donare materiale edile per vernici, elettricità o idraulica, e invitiamo anche chi pratica questi mestieri a partecipare ai lavori”. Sul sito della fondazione islamica compaiono anche altri due progetti: a Carnate, in provincia di Monza e Brianza, e a Baranzate, nell’hinterland milanese (“il rinnovo – si legge – dovrebbe terminare poco prima dell’inizio del Ramadan e ha bisogno di un supporto rapido per poter finire il lavoro”).

Il messaggio sui social e il cantiere in corso bastano ad allarmare i residenti, le cui finestre si affacciano sull’ex capannone. “Già immaginiamo il viavai incessante, non avremo più pace”, il commento degli abitanti interpellati ieri. Sul caso intervengono anche Marco Bestetti, Consigliere Fdi di Regione Lombardia, e Antonio Salinari, collega del Municipio 7: “Risulta che il committente abbia presentato una semplice Cila a lavori già avviati. Questo dimostra la totale mala fede. Il Comune di Milano intervenga immediatamente per fermare il cantiere e sanzionare i responsabili”.