
Il fabbricato si trova all’interno di un cortile in via Paruta 62, in zona via Padova
Milano, 19 marzo 2025 – Lavori sospesi nel fabbricato di via Paruta 62, in zona via Padova, dove era in corso una ristrutturazione per realizzare un centro culturale islamico. Una situazione che due mesi fa aveva generato le proteste degli abitanti degli stabili vicini (“già vedo i viavai incessanti di persone in uno spazio inadeguato, tra le case”, sottolineava un residente interpellato lo scorso gennaio) e la denuncia della Lega, che ha presentato due interrogazioni in Comune. Un caso-gemello a quello del quartiere San Siro, dove stava sorgendo un altro “centro culturale” tra le via Gianicolo e Capecelatro i cui lavori sono stati bloccati “per mancanza di documentazione e difformità”.
I lavori nel capannone
In via Paruta erano in corso gli interventi dentro una sorta di capannone – accanto al portone c’era ancora la targa dell’attività precedente: “Saldatura E. Boschiroli“ – al quale si accede dal cortile. Nella grande sala tinteggiata di fresco spuntavano trabattelli e materiali edili.
“Tutto è in regola – assicurava a gennaio una persona al telefono, indicata come referente da chi era sul posto –, abbiamo i permessi. Ci saranno attività per bambini e adulti. All’ora della preghiera, chi sarà all’interno potrà pregare. Come facciamo ovunque”.
Le comunicazioni del Comune
Un piano che stride con la risposta ricevuta dai consiglieri Silvia Sardone, eurodeputata e consigliera comunale leghista, e dal collega Samuele Piscina. Risposta firmata dall’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi: “Il 9 ottobre 2024 sono stati asseverati interventi di manutenzione straordinaria. La destinazione d’uso è produttiva. Lo stabile non è inserito nel Par”, Piano per le attrezzature religiose. Ancora: “Il 10 febbraio è stato inviato ai soggetti interessati un avvio del procedimento amministrativo finalizzato all’annullamento d’ufficio (di cui all’art. 21 nonies della Legge 241/1990) della Segnalazione certificata di inizio attività”.
Poi, il 13 febbraio, giorno del sopralluogo con la polizia locale, “non è stato possibile accedere ai locali a causa dell’assenza della proprietà” che per andare avanti dovrà presentare la documentazione necessaria ad attestare che le opere manutenzione straordinaria previste siano regolari. “Una situazione identica a quella di via Gianicolo – commenta Sardone –. Se non ci fossimo attivati sarebbe spuntato un minareto? Ora ci aspettiamo che il Comune stia molto più attento a quanto accade nelle periferie usate a uso e consumo dalle comunità musulmane”.