REDAZIONE MILANO

Scontro sulle mascherine fornite ai medici di base

La denuncia della Rozza (Pd): distribuiti dispositivi non ad uso medico. L’ATS: arrivano per lo più dal Governo, è tutto in regola, allarme infondato

La fatica di un medico mentre si toglie la visiera protettiva

Milano, 21 novembre 2020 - È scontro sulle mascherine inviate dall’Ats della Città Metropolitana di Milano ai medici di base. Da un lato gli stessi medici di base e la consigliera regionale del Pd, Carmela Rozza, che ha raccolto l’allarme e il malcontento di alcuni di loro, dall’altro l’ATS che, in serata risponde a muso duro. I fatti, allora. Ad accendere le polveri e la consigliera regionale Democratica, che con una nota fa sapere quanto segue: «Dagli ambulatori milanesi arriva un allarme per la fornitura di mascherine inviate da ATS, non conformi all’uso medico come scritto sulle stesse confezioni». Allegate alla denuncia ci sono alcune foto che dimostrano come sulla confezione delle mascherine ci sia riportata la scritta: «Non-medical protective mask». Da qui le lamentele raccolte dalla Rozza. I dispositivi in questione sono di produzione cinese e denominate “Kn95“. «Solo pochi giorni fa i medici di medicina generale protestavano con la Regione perché non gli garantiva i dispositivi di protezione – attacca quindi la Rozza –, ora siamo all’assurdo che glieli fornisce ma non conformi all’utilizzo medico. Voglio credere che si sia trattato solo di un increscioso errore, ma è evidente che la Regione deve essere in grado di garantire alla prima linea medica di difesa contro il virus, che è composta dai medici di base, tutte le protezioni a garanzia tanto dei professionisti quanto dei loro pazienti».

L’ATS però non ci sta e spiega: «Per quanto riguarda le mascherine “FFP2 KN95 Protective Mask, produttore Wenzhou Beisi Medical Technology Co.Ltd, è possibile vedere il parere positivo espresso dal Comitato tecnico scientifico (CTS), in data 15 maggio 2020. Visto che ATS Città Metropolitana di Milano sta distribuendo DPI (dispositivi di protezione individuale) e non dispositivi medici, che sono altro (strumenti utilizzati in medicina a fine diagnostico-terapeutico), sarebbe davvero peculiare trovarci scritto “dispositivo ad uso medico“. Le due classificazioni afferiscono a due normative differenti e per gli addetti ai lavori è lampante che questo non comprometta l’efficacia del prodotto. Anzi – prosegue la nota dell’ATS – , è chiaro, infatti, come un dispositivo medico possa essere un ottimo strumento a esclusivo uso medico, ma non proteggere da una sostanza altamente nociva. Peraltro, queste mascherine FFP2 che ATS Città Metropolitana di Milano sta distribuendo provengono, nella maggior parte, dalla struttura commissariale governativa. Qualora la consigliera Rozza abbia altri dubbi su materie delle quali non è competente, ATS è disponibile a chiarirli direttamente e senza comunicati stampa che generano solo ingiustificato allarme».