
L’ingresso del Leonardo3 Museum
Milano – Tutto congelato per quattro mesi. La telenovela legale del Leonardo3 Museum ha vissuto ieri una tappa sì interlocutoria, ma significativa per il futuro prossimo dello spazio espositivo. Il Tar ha infatti accolto la domanda cautelare presentata dai responsabili della mostra dedicata a uno dei più grandi geni dell’umanità, che hanno così ottenuto di “mantenere ferma l’attuale situazione di condivisione degli spzi esistente in Galleria Vittorio Emanuele 11/12” fin quando verrà presa una decisione nel merito.
Per chi si sia perso le puntate precedenti, il contenzioso con il Comune si muove su due livelli, parzialmente sovrapponibili. Il primo riguarda i 600 metri quadrati sui quali si sviluppa il museo, che rientrano in una convenzione che l’amministrazione ha stipulato con un albergo extra lusso e che lo scorso 2 luglio è stata dichiarata decaduta dall’Area Patrimonio immobiliare: oltre a posizioni debitorie e presunte violazioni edilizie e sulle normative antincendio, tra i motivi dello stop figura anche “l’occupazione di locali in subconcessione, dedicati alla mostra di Leonardo”.
Detto che per gli organizzatori della mostra il rapporto con l’hotel va rubricato alla voce “collaborazione”, il provvedimento è stato sospeso dal Tar (a fronte della presentazione di una fideiussione bancaria), in attesa dell’udienza di merito del primo aprile. Il secondo fronte riguarda invece l’utilizzo di alcuni spazi per l’accesso al museo e va a intercettare un’altra concessione, quella alla società Duomo 21 srl per la gestione di circa duemila metri quadrati ai piani quarto e quinto di piazza Duomo 21. Tanto che Leonardo3 srl ha chiesto anche l’accertamento “dell’illegittimità della procedura di affidamento” di quella concessione. Da Palazzo Marino fanno sapere che l’ordinanza del 19 marzo ha tre aspetti reputati non negativi. Il primo: il Tar indica al museo che deve convivere con Duomo 21, mentre i responsabili dello spazio museale insistono per mantenere l’accesso esclusivo. Il secondo: entro l’estate la questione sarà presumibilmente risolta. Il terzo: la copertura legale garantita dal Tribunale agli attuali fruitori degli spazi evita situazione fuorilegge.