
Aeroporto di Linate (Archivio)
Milano – La querelle sembrava archiviata, dopo l’intesa siglata nel 2019 dai Comuni di Milano, Peschiera Borromeo e Segrate. E invece adesso un’ordinanza della Cassazione riapre il caso, coi giudici intenzionati ad approfondire definitivamente la vicenda.
Stiamo parlando dell’annosa questione dei verbali comminati all’esterno dell’aeroporto di Linate, con una domanda che non ha ancora trovato una risposta chiara: a chi spetta sanzionare chi viola il Codice della strada?
Il pronunciamento interlocutorio della Suprema Corte origina dal ricorso presentato da un’automobilista, che il 29 marzo 2016 ha percorso con la sua macchina la corsia "partenze-porta 4" dello scalo Forlanini, "benché agli accessi fossero esposti i segnali" di un’area riservata esclusivamente al transito di veicoli autorizzati.
In particolare, T.S. ha contestato che a elevare la sanzione sia stata la polizia locale di Milano, che gestisce le immagini delle telecamere attraverso la Centrale controllo traffico di piazza Beccaria. Di più: ha aggiunto che, essendo all’epoca scaduta l’ordinanza del 2013 con la quale l’Enac aveva delegato la sorveglianza ai ghisa meneghini, tutte le contravvenzioni compresa la sua andavano dichiarate nulla.
Nel 2018, il giudice di pace le ha dato ragione, affermando che il Comune di Milano aveva violato il principio di territorialità (quel tratto stradale è nel territorio di Segrate). Nel 2020, il Tribunale civile ha ribaltato il verdetto: il giudice Martina Flamigni ha sostenuto la "irragionevolezza" di imporre "alle singole polizie, prima di sanzionare una violazione, di verificare se il singolo automezzo si trovi in una porzione di strada posta all’interno del territorio del Comune di appartenenza della stessa polizia".
Di più: questa procedura sarebbe "concretamente impossibile, trattandosi spesso di automezzi in movimenti e trattandosi di una strada che nel giro di poche centinaia di metri attraversa i territori di ben tre Comuni". Conclusione: multa legittima. Nel frattempo, nel 2019 è arrivato l’accordo tra i tre Comuni, che prevede che a gestire le telecamere sia Milano, lasciando aperta la possibilità che una volta a settimana il controllo passi a Peschiera e Segrate.
Tutto finito? No, perché ora la Cassazione ha rimesso tutto in discussione. I giudici reputano "problematica" e meritevole di approfondimento "la questione relativa alla possibilità e ai relativi eventuali limiti di derogabilità del principio di territorialità riguardante la legittimazione degli organi di polizia a elevare i verbali di accertamento". Il dilemma: "Si profila determinante comprendere se le valutazioni debbano necessariamente essere accertate e contestate in via esclusiva in base al criterio distintivo territoriale o se sia anche possibile prevedere una legittimazione concorrente delle polizie locali dei tre Comuni o se, ancora, sia o meno legittimo contemplare l’accentramento del potere accertativo-sanzionatorio in capo al solo Comune di Milano".