Il viaggio “red passion“ inizia con l’iconica campagna pubblicitaria firmata da Bruno Munari che Campari lancia nel novembre del 1964, in occasione dell’inaugurazione della prima linea della metropolitana: "Declinazione grafica del nome Campari" scompone e ricompone un motivo su cui l’artista tornerà vent’anni dopo, realizzandone diverse varianti. Inizia così “Bold! Declinazioni tipografiche Campari: Munari, Depero e oltre“, la mostra che apre al pubblico oggi e sarà visitabile fino al 30 giugno. A cura di Marta Sironi, l’esposizione svela l’ampio repertorio di lettering disegnati e opere tipografiche conservati nell’Archivio Galleria Campari in un’inedita rilettura dedicata alla parola e al suo rapporto con l’immagine che coinvolge più di 160 lavori, molti dei quali inediti. Nella Galleria di viale Gramsci si potranno ammirare le campagne pubblicitarie degli anni Venti, che Davide Campari affidò ai maggiori disegnatori del periodo con l’obiettivo di distinguere le inserzioni all’interno di pagine fitte di annunci: i fotomontaggi di Erberto Carboni, il tocco umoristico di Sergio Tofano e Angelo Migneco, i contesti sportivi di George Guillermaz fino a Giorgio Muggiani che dà al brand un carattere di mondanità ed eleganza. Alle nature morte moderne di Marcello Nizzoli seguono le proposte per trasformare il lettering in architettura del triestino Giorgio Dabovich e le sperimentazioni di aeropittura del bulgaro Nicolay Diulgheroff. Un ruolo da protagonista nella mostra è affidato a Fortunato Depero, che collabora con Campari dal 1926 al 1936.
In occasione della mostra, la Galleria ha realizzato una serie di interventi di restauro conservativo, riportando alla luce parte del proprio patrimonio archivistico mai esposto. Tra le opere restaurate spiccano il manifesto “Bitter Campari“ degli anni Quaranta, un’imponente litografia blu e gialla in tre pannelli di tre metri che è stata accuratamente pulita e rinforzata, e il manifesto degli anni Venti “Il vero Americano esige il Campari“ di Emilio Greco. Oltre 150 bozzetti sono stati puliti e collocati su materiali conservativi per garantirne una migliore esposizione: saranno tutti ammirabili nella location disegnata da Mario Botta per la prima volta. In collaborazione con Campari Academy è stato anche creato un nuovo cocktail, “Bold!“, ispirato alla mostra e interpretazione moderna del Negroni.