Un murale artistico che porta colore e gioia e, soprattutto, che respira, ripulendo l'aria. Una grande tela di cemento, di poco più di quattro metri quadrati, in grado di abbattere, grazie ad nuove vernici nanotecnologiche, gli inquinanti e restituirci aria fresca come se al suo posto ci fossero piantumati cinque alberi.
Il muro che respira, rivoluzione ambientale
Quella di oggi nello spazio della Cittadella degli archivi di Milano, dunque, non è stata una semplice inaugurazione di una bella opera d'arte ma la prima scintilla di una vera e propria rivoluzione ambientale. Cosa accadrebbe se da domani colorassimo "tutti i muri, case vicoli e palazzi”, come suggeriva Riccardo Cocciante in una bella canzone, della metropoli, con le vernici che si mangiano gli inquinanti presenti nell'aria? Non a caso l’artista Gianluca Patti, che ha voluto lasciare la propria impronta con quello che è a tutti gli effetti un manifesto di consapevolezza ambientale, ha chiamato l'opera Respiro. Il suo è un intervento artistico che sin dal titolo vuole richiamare la funzione vitale per eccellenza, ma anche e soprattutto agire come un invito a prendere coscienza della questione ambientale, una vera e propria “call to action” indirizzata a cittadini e istituzioni. È la voce stessa dell’artista a parlarci per mezzo del colore, affermando con forza: “Torniamo a trascorrere tempo di qualità all’aperto; torniamo a respirare aria pulita, a muoverci, a socializzare; torniamo a riappropriarci di quegli spazi che ci appartengono e che non devono necessariamente essere divorati dal cemento”.
Il murale che respira come cinque alberi
L’artista lascia la sua impronta attraverso un’opera che non solo racconta la sua visione personale, e i suoi ricordi d’infanzia, ma anche con la scelta di utilizzare le vernici fotocatalitiche brevettate da Reair, compagnia di ricerca, sviluppo e produzione nel campo delle eco-tecnologie, contribuendo così ad una rivoluzione silenziosa nel panorama dell’arte pubblica. Queste particolari pitture sono composte da una nanotecnologia capace di disgregare in modo naturale i principali agenti inquinanti presenti nell’aria per un equivalente, in questo caso specifico di un’opera di 4,3x4,3 metri quadrati, di cinque nuovi alberi piantumati. È per questo che oltre ad avere una funzione estetica e a fungere da catalizzatore per la consapevolezza ambientale nella comunità di Milano, “Respiro” contribuisce attivamente al disinquinamento in una delle aree più densamente popolate d’Italia, dimostrando come l’arte e l’ecosostenibilità possano coesistere e rinforzarsi virtuosamente a vicenda.
L’opera evoca corse e giochi nei prati
Le macchie di colore dipinte da Gianluca Patti echeggiano le corse e i giochi nel parco, i profumi della primavera e i colori accesi e vividi dell’autunno lombardo: “Là dove c'era l'erba – cantava Celentano -, ora c'è una città”. Se la meta ideale è quella di tornare a vedere fiorire prati e giardini, alberi, nel capoluogo lombardo, il murale Respiro è comunque un passo importante per iniziare a restituire bellezza ed aria pulita. L’opera, una donazione da parte dello Studio Bastianelli&Calloni, diventa così un invito a fermarsi e a prendere coscienza dello stato dell’arte e allo stesso tempo a non smettere di guardare oltre il limite architettonico del muro, ad attraversarlo e andare in profondità, a non avere paura di sognare un futuro diverso. Leggi anche: Artista vince una casa a Castelnuovo Val di Cecina: 15 affreschi per rilanciare il borgo toscano
Dal muro di Berlino al muro che respira
Il muro diventa un elemento centrale, oltre che una nuova superficie da sperimentare. “La mia generazione è cresciuta e si è confrontata con il Muro di Berlino e con ciò che ha significato per tutti noi. Mi guardo attorno e vedo la mia città ricca di murales e penso che in fondo siano tante storie che raccontano la vita di tutti noi - dichiara Gianluca Patti, dicendosi felice di lasciare la propria impronta nella Cittadella degli Archivi, un luogo che racconta la storia di Milano, custodendo documenti che risalgono al 1800. All'inaugurazione era presente l'Assessora ai Servizi civici, Quartieri e Partecipazione Gaia Romani: "Ringrazio l’artista Gianluca Patti per aver donato alla città di Milano questo murale, che ha un duplice valore. Da una parte contribuisce ad arricchire culturalmente questo luogo e dall'altra esprime attenzione alla sensibilità ambientale. Un connubio importante, risultato della collaborazione fra Amministrazione e singoli cittadini, che racconta dell'impegno di questa città per la qualità dell'aria e della cura per la bellezza degli spazi urbani".
Gianluca Patti, chi è
Gianluca Patti, nato nel 1977 a Monza, dove vive e lavora, sviluppa una ricerca artistica incentrata sull'uso del colore e della materia come strumenti per raccontare esperienze personali e il trascorrere del tempo. Autodidatta nello studio della storia dell'arte, Patti ha approfondito inizialmente il lavoro di artisti come Pollock, Vedova e Basquiat, analizzandone l'equilibrio cromatico e cercando un linguaggio unico nel rapporto con il colore. Successivamente si è avvicinato alle correnti dell'Arte Povera e al concetto di Readymade, attratto dalla possibilità di trasformare e dare nuovo significato a oggetti comuni. La sua formazione e le radici familiari nel settore edile lo hanno spinto a esplorare materiali come prodotti cementizi, resine e reti, usandoli come elementi chiave del suo processo creativo. Le sue opere, caratterizzate da stratificazioni che evocano ricordi e tracce del passato, sono state esposte in numerose mostre, sia personali che collettive, entrando in collezioni di arte contemporanea di rilievo. Il suo approccio poliedrico lo ha portato a collaborare a progetti di scenografia per la pubblicità e il design d'interni, e a partecipare a iniziative che uniscono arte e impresa.