MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Il Museo del Novecento si fa in due. Sonia Calzoni, l’architetta che ha firmato il raddoppio: “Il sogno è quasi realtà”

Milano, una passerella a vetrate e specchi unirà i due Arengari. Lo spazio pedonale tra i due spazi “va integrato con l’area espositiva”

Sonia Calzoni e il rendering della passerella che unirà i due Arengari

Sonia Calzoni e il rendering della passerella che unirà i due Arengari

Milano – Architetto Sonia Calzoni, è più emozionata o più preoccupata dall’imminente avvio dei lavori per la realizzazione di “NovecentopiùCento” il raddoppio del Museo del Novecento nel secondo Arengario affacciato su Piazza Duomo?

“Aver vinto questo concorso è un sogno che si realizza per me e per il mio team (con Calzoni hanno lavorato gli architetti Pierluigi Nicolin, Ferdinando Aprile, Giuseppe Di Bari e Bruno Finzi, ndr). Certo, negli ultimi anni le difficoltà sono state tante, il confronto sulla passerella tra i due Arengari è stato acceso e dunque la pressione su noi progettisti si fa sentire. Ma ogni volta che vado all’Arengario non riesco a non provare un senso di immensa felicità”.

Intanto il progetto esecutivo c’è, un grande passo avanti.

“Il progetto esecutivo è stato definitivamente validato dal Comune. Ora, quindi, partirà l’iter per la gara d’appalto, che sarà lanciata entro fine anno. Ciò consentirà di iniziare i lavori la prossima primavera. Siamo molto contenti, dopo tutte le vicissitudini vissute dal progetto”.

Se tutto filerà liscio e le opere partiranno in primavera, quando sarà inaugurato il Museo del Novecento bis?

“I lavori dureranno 700 giorni, circa due anni. Il nuovo Museo, quindi, potrebbe essere ancora inaugurato dall’attuale amministrazione, dunque dal sindaco Giuseppe Sala, con il quale i rapporti sono ottimi. In alcuni passaggi delicati, soprattutto con la Sovrintendenza, il Comune ci ha dato una mano”.

Le polemiche sulla passerella che congiungerà i due Arengari hanno allungato l’iter. È soddisfatta dal progetto che riguarda proprio il collegamento aereo tra le due strutture?

“La passerella è un elemento fondamentale del progetto, una richiesta prevista nel concorso che abbiamo vinto. La passerella è necessaria per far sì che il primo e il secondo Arengario diventino un elemento unico”.

Come sarà la passerella?

“La passerella è stata messa a punto su richiesta dell’attuale sovrintendente Emanuela Carpani, in accoglimento delle indicazioni fornite dalla precedente sovrintendente, Antonella Ranaldi. Dopo questo confronto, siamo arrivati al progetto definitivo consegnato al Comune. La passerella è lunga 18 metri e grande 50 metri quadrati, vetrata nella parte alta e specchiante nella parte bassa, riscaldata d’inverno e refrigerata d’estate, collocata a 19 metri dal livello del suolo. La nuova passerella, che ha la forma di prisma, consentirà di avere una nuova visuale su Piazza Duomo dal terzo piano degli Arengari”.

Carpani ha chiesto la predisposizione di un modello (almeno una campata) in scala reale, al fine di valutare i materiali che compongono la passerella e la relativa finitura superficiale. Siete in grado di soddisfare questa richiesta?

“Certo. Siamo assolutamente d’accordo. Il modello, collocato nello spazio reale, servirà per valutare bene la realizzazione della vera e propria passerella. L’architettura riserva sempre sorprese, dunque è meglio valutare preventivamente ogni aspetto. Sarà fatta una gara ad hoc”.

Sotto la passerella, invece, come si trasformerà l’area pedonale collocata tra i due Arengari?

“Quello spazio pubblico attualmente è un po’ una terra di nessuno. La nostra idea è che possa appartenere e far parte dello stesso museo, nel senso che in quell’area “in between“, come diciamo noi architetti, si potrebbero prevedere esposizioni artistiche o pannelli che illustrano i contenuti del Museo del Novecento. L’obiettivo è di far diventare quello spazio più vivo e collegato al museo. Il fatto di aver previsto la nuova caffetteria all’interno del portico del secondo Arengario persegue lo stesso obiettivo: aggiungere una funzione attrattiva al pian terreno del nuovo museo, che grazie all’ampliamento sarà più visibile da Piazza Duomo”.

È già stato deciso quali opere conterrà l’Arengario bis?

“Non è stato ancora definito. In questo momento si sta pensando a mostre temporanee, mentre la collezione permanente del Museo del Novecento dovrebbe rimanere nel primo Arengario. Nel secondo Arengario, visti gli spazi molto alti, potranno essere esposte opere molto grandi: uno dei finestroni potrà essere completamente aperto proprio per consentire il trasporto dall’esterno. In quell’area ci sarà anche un auditorium con 120 posti a sedere”.

Il costo del progetto è stimato in 27 milioni di euro. La spesa sarà rispettata o è destinata ad aumentare?

“Il nostro auspicio è che si riesca a rispettare il budget preventivato. E mi auguro anche un’altra cosa”.

Quale?

“Che il dibattito sul nuovo museo sia alto, non si limiti alle battute da social network, che sono peggio di quelle da bar”.