MARIO CONSANI
Cronaca

Risarcire l’Anpi proprio no. L’ultrà del Duce a giudizio non cambia idea

Il capo del tifo laziale celebrò Mussolini con uno striscione a piazzale Loreto ma ora si rifiuta di mettere mano al portafoglio per l’associazione dei partigiani

Lo striscione esposto il 24 aprile 2019 in corso Buenos Aires angolo piazzale Loreto

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Milano - «Un risarcimento all’Anpi? Non se ne parla". Chiedetegli tutto, ma non di mettere mano al portafoglio per l’associazione dei partigiani. Del resto se Claudio Corbolotti, 56enne capo degli “Irriducibili“ ultrà della Lazio, è imputato per manifestazione fascista, è proprio perché tre anni fa espose uno striscione in onore di Mussolini a due passi da piazzale Loreto. Nel blitz del 24 aprile 2019, alcune decine di ultrà laziali esposero quello striscione in onore del duce gridando più volte il "presente" e facendo saluti romani a due passi dalla piazza simbolo della Resistenza milanese e nazionale. E bloccarono anche il traffico in piazzale Loreto creando disagi e manifestando sotto gli occhi di tutti i passanti anche con i fumogeni.

Mandati a giudizio, tre degli ultrà hanno poi chiesto la “messa alla prova“, in pratica un periodo di lavori socialmente utili che se svolti correttamente chiudono il discorso processuale. Anche Corbolotti ha scelto questa strada. Ma poi, quando si è trovato a colloquio con il funzionario addetto alla pratica da istruire e ha capito che tra le condizioni c’era anche un risarcimento economico da versare all’Anpi per lo striscione fascista, oltre a rivendicare le proprie convinzioni ideologiche il capo degli “Irriducibili“ ha detto chiaro e tondo che al risarcimento non ci pensava proprio. Per ora, dunque, c’è un parere negativo per la “messa alla prova“ di Corbolotti, anche se non è escluso che i suoi avvocati riescano a farlo ragionare.

Il pm Leonardo Lesti, che ha coordinato l’indagine condotta dalla Digos, ha contestato ai laziali - in trasferta in città per un Milan-Lazio - l’articolo 2 della legge Mancino che punisce simboli o gesti riferibili ad associazioni o gruppi che incitano a discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Per identificare il gruppetto di imputati, la polizia lavorò sulle immagini delle telecamere.

Corbolotti, un lontano passato nel Msi, in seguito venne arrestato per gli scontri durante un derby Roma-Lazio e in anni più recenti passò dalla Curva agli uffici di segreteria dell’allora sindaco della capitale Gianni Alemanno.

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