Portovaltravaglia (Varese), 29 agosto 2017 - Personaggi dello spettacolo, rappresentanti delle istituzioni e tanti comuni cittadini ai funerali di Nanni Svampa, che sono stati celebrati in forma laica a Porto Valtravaglia, sul lago Maggiore, il paese dove l'artista milanese si era trasferito ormai da diversi anni. Alle 14.30 un corteo è partito dalla sua abitazione di via Castello, indontando la celebre canzone popolare milanese "Porta Romana", per attraversare le strade del paese e teminare in piazza dell'Imbarcadero, dove è in programma una breve cerimonia. Tra i presenti, anche due esponenti della "scuola del lago Maggiore" come i luinesi Enzo Iacchetti e Francesco Salvi, e Roberto Brivio, che con Svampa aveva suonato e cantato ne "I Gufi".
Nel frattempo anche la sua Milano ha reso omaggio a Nanni Svampa. Il Comune e Atm hanno accompagnato infatti a distanza la cerimonia funebre con la trasmissione in diffusione sonora deille sue canzoni più famose su tutti i mezzi pubblici di superficie e nelle stazioni della metropolitana. Per circa un'ora cittadini e turisti hanno dunque viaggiato sulle note di Porta Romana, El portafoeuj, Risotto d'osteria, La Balilla e tanti altri successi.
Nanni Svampa, celebre fondatore dei Gufi e interprete della canzone popolare milanese, è morto sabato scorso all'età di 79 anni. Nato nel quartiere popolare Porta Venezia a Milano nel 1938, Svampa si era trasferito a Porto Valtravaglia, sul lago Maggiore. Venendo adottato così da una provincia che ha dato i natali, tra gli altri, anche a Dario Fo e dove la canzone e la comicità si respirano nell'aria. Svampa debutta sulle scene milanesi in due riviste goliardiche bocconiane nel 1959. Laureato in Economia alla Bocconi, a metà degli anni Sessanta fonda il gruppo di cabaret teatrale 'I Gufi' con Roberto Brivio, Gianni Magni e Lino Patruno. Negli stessi anni si dedica a due spettacoli sulla canzone in lingua milanese, in scena al Piccolo Teatro e di cui firma anche testi e regia. Con 'Nanni Svampa canta Brassens', del 1968, la sua fama si diffonde anche fuori dalla Lombardia. Insieme a Fabrizio de Andrè, diventa il riferimento italiano per le melodie del maestro francese della canzone d'autore. Negli anni Settanta alterna l'impegno sociale e politico con la ricerca sui canti tradizionali della sua terra. Dagli anni Ottanta avvia anche una carriera da attore per il cinema e la televisione, con ruoli soprattutto da caratterista. Considerato l'ultimo grande esponente della canzone in dialetto, che ha ormai smesso di risuonare nelle osterie meneghine mescolata a battute e canti popolari, Svampa ha continuato a lavorare fino all'ultimo tra teatri e locali.