MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, nasce il Giardino Alberto Manzi: “Mio padre ne sarebbe stato felice. Avrebbe portato qui la sua classe”

Il Vigentino dedica un parco di quartiere al “Maestro d’Italia“ amato anche dai milanesi, nato un secolo fa. Suo figlio Massimo: "Accanto, l’area verde dedicata a Guareschi e un platano: simboli della mia infanzia"

Nasce il Giardino Alberto Manzi: "Mio padre ne sarebbe stato felice. Avrebbe portato qui la sua classe"

La nuova targa nel Giardino: al centro Massimo Manzi; a sinistra Natale Carapellese e a destra Tommaso Sacchi

"Un parco intitolato ad Alberto Manzi. Mio padre. Lui avrebbe apprezzato questo, più di ogni altra onorificenza. In un paio di giorni avrebbe trasformato questo giardinetto in un laboratorio per la sua classe perché, se in aula strutturava il lavoro, era all’aperto che dava vita all’esperienza educativa. Per lui i luoghi della didattica erano molteplici, faceva lezione sui sentieri dei boschi e pure in spiaggia. Ai suoi tempi era inimmaginabile, è stato un precursore". Massimo Manzi, 74 anni, è arrivato apposta da Roma, ieri, per la cerimonia di intitolazione del parco di via De Guarneri, al quartiere Vigentino, a suo padre, di cui lo scorso 3 novembre si è celebrato il centenario della nascita (Alberto è il secondogenito: prima di lui Alda, scomparsa nel 2020. E le altre sorelle si chiamano Roberta, Flavia e Giulia, nata in seconde nozze). Docente, pedagogista, scrittore, Alberto Manzi, scomparso nel 1997, è entrato nelle case degli italiani conducendo la trasmissione tivù “Non è mai troppo tardi“ tra il 1960 e il 1968, facendo lezione a uomini e donne fuori dall’età scolare, moltissimi analfabeti, che grazie a lui impararono a leggere e scrivere. Riuscì a far conquistare la licenza elementare a quasi un milione e mezzo di italiani e, anche per questo, è conosciuto come il “Maestro d’Italia”. Grazie a lui nasceva una speranza: quella di potersi riscattare attraverso il sapere.

"Il Giardino Manzi – spiega Natale Carapellese, presidente del Municipio 5 – è attiguo al grande platano monumentale, collocato tra via Ripamonti 255 e via Dei Guarneri 12. Noi del Municipio abbiamo voluto omaggiare questo grande maestro, molto amato anche a Milano, e siamo stati i primi a chiedere di intitolargli un luogo. In particolare, Municipio e Comune di Milano hanno approvato la proposta di intitolazione contenuta in una mozione presentata dal consigliere Flavio Verri il 28 luglio 2022".

Ieri, lo svelamento della targa con l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. A pochi metri c’è un altro giardino, che porta il nome del celebre scrittore e giornalista Giovannino Guareschi, il “papà“ di don Camillo e Peppone, "che mio padre apprezzava. Non erano della stessa età (Guareschi era del 1908, ndr) ma mio padre citava delle sue frasi, quando insegnava. Mi ha stupito quindi scoprire che proprio di fronte ci sia questo luogo". Non solo. "Spicca anche il platano monumentale. Ecco, questo – dice Massimo Manzi – mi fa tornare alla mente la mia infanzia, quando andavo a Torino alla linotipia dello zio di mio padre, insieme a lui. Ricordo che nel cortile c’era proprio un grande platano e che noi bambini ci sedevamo attorno. Io penso che queste due coincidenze non siano casuali". Forse le gite alla linotipia hanno avuto un influenza nella sua formazione futura, perché Massimo Manzi è poi diventato un professionista dell’infografica.