SIMONA BALLATORE
Cronaca

Nasce la Fondazione Bicocca: "Per avere impatto sulla società"

La rettrice Giovanna Iannantuoni racconta il progetto del nuovo braccio operativo dell’ateneo "Aumenteremo del 10% l’offerta di alta formazione e ci occuperemo dell’ultimo miglio della ricerca".

Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università Milano-Bicocca

Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università Milano-Bicocca

"Siamo pronti a fare questo passo: da oggi l’università di Milano-Bicocca ha una sua fondazione - Fondazione Bicocca -, un braccio operativo che permetterà all’ateneo di portare avanti in modo più efficace ed efficiente le sue missioni e il trasferimento tecnologico". La rettrice Giovanna Iannantuoni tiene a battesimo il nuovo organismo, che avrà come presidente il prorettore vicario, Marco Orlandi.

Perché creare una fondazione universitaria oggi?

"Dopo anni di lavoro sul territorio, ci siamo resi conto della necessità di una piattaforma, di un luogo dove le quattro “gambe” dell’innovazione - imprese, pubblica amministrazione, terzo settore e società civile - si incontrino per investire sia nella ricerca che nell’alta gamma della formazione. Bicocca è un grande ateneo multidisciplinare e intende avere un impatto molto concreto sulla città, sul Paese e sul mondo accademico, puntando sia sull’innovazione sociale che tecnologica".

Aumenterà l’offerta formativa?

"Sì, ci siamo già posti l’obiettivo di una crescita del 10% dell’offerta di alta formazione per l’anno accademico 2025/26 che sarà anche resa più flessibile, sulla base delle esigenze del settore privato e della pubblica amministrazione. Toccheremo un ampio spettro di tematiche, penso alle scienze della vita, a tutta la partita del sociale, ci occuperemo di Life long learning su temi come l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione e accompagneremo la ricerca nell’ultimo miglio dell’innovazione tecnologica".

Il miglio più difficile da percorrere per fare approdare la ricerca sul mercato.

"Sì. Ma abbiamo dalla nostra parte una grande forza, il nostro capitale umano e 70 milioni di euro di patrimonio infrastrutturale, che possiamo utilizzare come volano di crescita".

Dove avrà sede Fondazione-Bicocca?

"Nell’edificio U6 “Agorà”. E a poca distanza, nel progetto di rigenerazione urbana BiM, troverà casa il Bicocca Pavilion, un Innovation Hub dove si potranno incontrare ricercatori, imprenditori, spin-off e start-up".

La Fondazione potrà entrare in gioco anche per “tamponare” tagli alla ricerca ed evitare di navigare sempre a vista?

"Sicuramente può garantire maggiore stabilità. Investire nella ricerca e nella formazione deve essere al centro degli investimenti, altrimenti non c’è futuro, ma avere una programmazione indipendente può aiutarci anche ad avere progetti più a lungo termine: è ambizioso, il successo dipende dalla capacità di lavorare insieme ai nostri stakeholder, di leggere i bisogni e strutturare percorsi sui grandi temi che si vogliono affrontare".

Prime risposte?

"La nostra è una fondazione di partecipazione, senza scopo di lucro: nasciamo con un socio unico, l’università di Milano-Bicocca. Ma pian piano potranno entrare altri nuovi soci. L’interesse c’è: anche all’evento di presentazione si sono iscritte molte aziende, in tutti i campi. È una sfida ambiziosa ma anche molto generosa, nata per il bene delle comunità: ne vado entusiasta, con questa Fondazione lascio una delle mie eredità".

Sta per chiudersi il suo mandato, non ci sono proroghe di rettori in vista...

"No, nei prossimi mesi ci saranno le elezioni anche in Bicocca, ma la situazione è molto tranquilla, ci sarà un passaggio di consegne. Io amo il mio ateneo, ho creduto molto in questo lavoro e sono certa che si proseguirà così, con progetti e visione".

Il risultato di cui va più orgogliosa?

"Aver lavorato molto sul senso di comunità. Siamo un grande ateneo pubblico di eccellenza: abbiamo dato anche alla città di Milano le nostre competenze, formazione e ricerca, mettendo sempre le persone al centro. Poi ci sono i numeri e i risultati incredibili che abbiamo raggiunto, ma ci sarà modo di tirare le somme".

A proposito di Milano, cerca un sindaco...

"Amo Milano ma al momento non è un’ipotesi sul tappeto. E ho ancora tantissimo da dare all’università, non vi libererete di me così presto (sorride, ndr).

Quali saranno le sfide che dovrà affrontare il prossimo rettore?

"Quelle che affronta il Paese tutto: l’inverno demografico, l’innovazione nelle competenze. E la gestione della finanza pubblica che nei prossimi sei anni dovrà essere oculata: la Fondazione ci dà un margine di autonomia per rispondere a un contesto di finanza pubblica complesso".

C’è anche Medicina da riformare.

"Sì, ed è importantissima per Bicocca e un fiore all’occhiello per la Regione Lombardia. Formiamo medici di eccellenza, non dobbiamo lasciarli scappare all’estero. Valorizziamo gli operatori sanitari oltre a lavorare sulla riforma dell’accesso alla facoltà. Stiamo facendo un grande lavoro: con la Statale abbiamo creato anche un dottorato in Scienze infermieristiche per valorizzare anche la figura dell’infermiere, che va compresa nella sua modernità".