Milano, 26 settembre 2024 – È inverno demografico anche a Milano. Nel volgere di vent’anni le nascite sono crollate di quasi il 25 per cento. Nel 2023 a venire al mondo sono stati, secondo i dati forniti dagli uffici statistici del Comune, 9.414 nuovi milanesi. È il minimo storico di nascite degli ultimi due decenni. Per capire l’entità della crisi demografica in corso bisogna fare un salto nel tempo ai primi anni del nuovo millennio.
Nel 2004 le culle nuove sotto la Madonnina erano state oltre 3mila in più rispetto al 2023, 12.462 per la precisione. Negli anni successivi i nati sono stati superiori a 12mila fino al 2010; nel 2011 si scende sotto la soglia dei 12mila e si sono contati 11.547 bebè. Nel 2018 i nati milanesi scendono ancora, nascono 10.831 bebè. Nel 2019, il numero era stato di poco inferiore: 10.325.
Il lockdown, a dispetto di certe elucubrazioni da salotto, non ha generato alcun baby boom: nel 2020 si sono contate solo 10.020 nascite. Il primo anno sotto la soglia (anche psicologica) di 10mila unità è il 2022, attestandosi a 9.756 nati. L’anno scorso, come detto, sono stati 9.414. A contribuire maggiormente al calo sono state le mamme straniere con un -7,9% di bebè partoriti e in misura minore (-1,8%) le donne con cittadinanza italiana, fa sapere il Comune.
La prima volta
Sempre considerando il 2023, a Milano l’età media delle madri al parto risulta per le italiane di 35 anni, mentre per quelle straniere di 32. Il numero medio di figli è 1 per le prime, 1,1 per le seconde, vale a dire ampiamente sotto il livello di sostituzione che è circa due figli per donna.
Per il 2024 non c’è alcuna buona notizia, è pressoché impossibile che il trend negativo delle nascite subisca una inversione. La denatalità prosegue impetuosa. Infatti nel primo semestre di quest’anno sono stati 4.515 i neonati venuti alla luce, il dato peggiore del primo semestre degli ultimi dieci anni. Le nascite sono diminuite di 107 unità, rispetto allo stesso periodo del 2023. In proiezione, se la tendenza è quella fra gennaio-giugno, entro la fine di quest’anno i nuovi milanesi dovrebbero essere poco più di 9mila.
Certo, l’emergenza delle culle vuote è un dramma che non riguarda solo Milano, ma affligge tutto il Paese. Con appena 379mila bambini venuti al mondo, il 2023 ha messo in luce l’ennesimo minimo storico di nascite, l’undicesimo di fila dal 2013. Per fare un confronto nel 1964 in pieno “Baby Boom“ i nati erano stati 1.016.120. Nel 1984 c’è già stato un crollo del 42% in vent’anni e il valore era sceso a 587.871. I bebè venuti al mondo erano stati 533.050 nel 1994. Eppure, il 2004 aveva fatto ben sperare, con 546.989 nascite. Ma era solo un fuoco fatuo.
L’Istat
“Il processo della denatalità dal 2008 (577mila nascite) non ha conosciuto soste” fa sapere Istat. Nel 2022 per la prima volta dall’unità d’Italia, i nuovi nati in Italia sono scesi sotto i 400mila, per l’esattezza 393mila. E nel 2023, con 379mila bambini venuti al mondo, si è registrata una diminuzione delle nascite rispetto all’anno precedente di 14mila unità (-3,6%).
“La diminuzione del numero dei nati residenti del 2023 – si spiega nel report di Istat – è determinata sia da una importante contrazione della fecondità, sia dal calo della popolazione femminile nelle età convenzionalmente riproduttive (15-49 anni), scesa a 11,5 milioni al 1° gennaio 2024, da 13,4 milioni che era nel 2014 e 13,8 milioni nel 2004. Anche la popolazione maschile di pari età, tra l’altro, subisce lo stesso destino nel medesimo termine temporale, passando da 13,9 milioni nel 2004 a 13,5 milioni nel 2014, fino agli odierni 12 milioni di individui”.
“Stiamo andando a tutta velocità verso il declino e il potenziale dimezzamento della popolazione italiana” l’allarme del data analyst Andrea Stroppa. La profezia di Elon Musk, l’imprenditore visionario, è ancora più nera: “L’Italia sta scomparendo” ha scritto su X.