SIMONA BALLATORE
Cronaca

Cinesi sempre più nel pallone. E un milanese guida la nazionale

Scende in campo la Nazionale Italiana Cinese di Rossano Corti, ex maglia rossonera

La Nazionale Italiana Cinese F.C.

Milano, 20 luglio 2016 - Palla alla Cina, non solo a San Siro. Nel calcio è l’anno del Dragone: Inter al Suning Group, continue voci su possibili acquirenti orientali per il Milan, ma anche cinesi che scendono direttamente in campo. È nata la Nazionale Italiana Cinese. Mente del team, Rossano Corti, milanese ed ex maglia rossonera: attaccante, è cresciuto nel vivaio del Milan, ha militato nelle squadre giovanili e giocato amichevoli con la prima squadra per poi continuare la carriera professionale a Monza, nel Sant’Angelo Lodigiano e nel Savoia. Manager di artisti nella vita, il pallone sempre nel cuore (anche il cane è diventato milanista, confessa). E dalla passione è nata un’intuizione: "L’anno scorso ero in compagnia di alcuni amici cinesi, imprenditori in Italia, e ho notato la loro passione esagerata nei confronti del calcio – racconta – così ho pensato a una squadra composta esclusivamente da cinesi. Esistono già tornei dilettantistici a 7, ma perché non salire a 11 e creare una vera nazionale?".

L’idea è piaciuta e ha preso una piega sempre più professionale, con uno staff di specialisti e un altro ex milanista per mister: Elio Garavaglia, responsabile per 25 anni della parte tattica di tutte le formazioni giovanili. Il quartier generale della Nazionale è a Milano e la rosa è già in cantiere, con atleti dai 18 ai 39 anni, tutti di nazionalità cinese residenti in Italia. "La lingua non è un ostacolo quando hai una passione così grande che unisce", sottolinea il papà della nazionale che ha debuttato in terra svizzera nel mese di marzo. "A Chiasso abbiamo iniziato a tastare il terreno e visto grandi potenzialità. Il programma va avanti, abbiamo già contattato la Nazionale Cantanti per il prossimo match al rientro dalle ferie estive". Nel cassetto anche un progetto: un grande torneo europeo con le nazionali di cinesi residenti in altri Paesi. Mentre continua la "campagna acquisti" – nella prima pagina del sito spicca la caccia a giovani talenti "esclusivamente di etnia cinese, di età compresa tra 18 e 39 anni" – già nella prima rosa le promesse non mancano. "Li vedi in campo tutti e 11 e non li distingui, ma le loro differenti qualità si vedono eccome", continua Corti, al lavoro insieme al capitano e braccio destro Massimo Ye.

Un'operazione nata quasi per gioco che ha coinciso con un periodo di particolare fermento: il governo cinese sta puntando molto sul pallone cercando di farlo diventare sport nazionale. E visto che dal punto di vista sportivo di strada ne ha ancora da percorrere per arrivare a competere con le potenze mondiali, lo sguardo ricade sull’Italia: si reclutano allenatori e calciatori del calibro di Graziano Pellè, sbarcato nello Shandong Luneng per la modica cifra di 38 milioni di euro in due anni e mezzo; si comprano interi team. Gli sguardi di Italia e Cina si incrociano di continuo. "In Italia mancano i soldini e si sente, si lavora per portare a casa la michetta e anche le società fanno sempre più fatica, lo si vede nella compravendita dei calciatori, nella difficoltà a mantenere lo staff – continua l’ex giocatore – anche Berlusconi, che ha dato tanto al Milan, sta cercando nuove forze. E dove bussa?". Sempre lì. "Milan e Inter parleranno cinese sì", commenta Corti. D’altronde gioca dalla loro anche la genetica: "Hanno il lavoro nel Dna, è il loro divertimento, è questo che consente loro di avere una potenzialità non indifferente, finanziaria e non solo". Con lo stesso spirito investono e si buttano anima e gambe nel calcio. "Corrono, corrono. Come lepri".