Milano, 23 settembre 2024 - È stato condannato a 17 anni e 9 mesi (l’accusa ne aveva chiesti venti) di reclusione Nazzareno Calajò, detto “Nazza”, presunto “ras della droga” alla Barona, storico quartiere popolare nella zona sud di Milano, e che era tra le 30 persone che furono fermate o arrestate nella maxi inchiesta del maggio 2023.
L’inchiesta
Indagine della Dda milanese e del Ros dei carabinieri, nata da accertamenti su un traffico di stupefacenti dentro il carcere di Opera, che aveva smantellato sette gruppi, che controllavano una serie di “piazze di spaccio” – dalla Barona, al Gratosoglio, dalla Comasina passando per Quarto Oggiaro e Rozzano – di hashish, marijuana e cocaina tra Milano e l'hinterland.
Le condanne
La sentenza, con rito abbreviato e a carico di una decina di imputati, è stata emessa dalla gup di Milano Alessandra Di Fazio, a seguito delle indagini dei pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco.
A 16 anni e 2 mesi è stato condannato anche Luca Calajò, nipote di Nazzareno, mentre a 9 anni il figlio di quest'ultimo, Andrea Calajò, la cui posizione è stata riqualificata da «organizzatore» a «partecipe» dell'associazione. La Procura aveva chiesto per i tre condanne a 20 anni. Agli imputati sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti.
La giudice, come emerso dal dispositivo e chiarito dalle difesa, ha riconosciuto l'esistenza non di un'unica ma di due associazioni finalizzate al traffico di droga, una capeggiata da Luca Calajò e l'altra dalla zio Nazzareno e con dentro anche il figlio. Gruppi, tra l'altro, in contrasto.
L'avvocato Niccolò Vecchioni, legale di Nazzareno Calajò, ha preannunciato ricorso in appello. Uno degli imputati, Massimo Mazzanti, accusato di associazione, è stato assolto.
Droga e ultras
Dalle intercettazioni nell'inchiesta erano emersi anche presunti propositi dei Calajò di uccidere, sempre per contrasti nel mondo della droga, ultras delle curve di San Siro, come Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà della Curva Nord interista freddato, la sera del 29 ottobre 2022 a Milano, con due colpi di pistola.
Nessun legame, però, è mai emerso allo stato tra questa inchiesta sul narcotraffico e sui Calajò e quella ancora in corso sull'omicidio di Boiocchi.