
La scuola media Tiepolo
Milano, 13 settembre 2015 - Non più solo grandi opere. Non più solo autostrade e tangenziali, metropolitane e ferrovie. Ora nel mirino della criminalità organizzata ci sarebbero anche appalti di medio e piccolo calibro, quali quelli per la ristrutturazione delle scuole comunali. Già il 17 ottobre 2013 Carmela Rozza, assessore ai Lavori pubblici, aveva sottolineato come la crisi stesse spingendo le imprese a partecipare a gare per le quali in passato non si sarebbero candidate: «Ad un appalto da 2,5 milioni per la messa in sicurezza di alcuni stabili comunali hanno risposto 349 imprese – fece sapere l’assessore –. Negli ultimi anni le nostre gare hanno fatto registrare una media di 250 partecipanti: numeri impensabili in passato e giustificabili solo alla luce della congiuntura economica che ha portato ad una riduzione degli investimenti pubblici». E tra tali imprese ci sarebbero anche quelle in odore di ’ndrangheta.
Il condizionale esta d’obbligo perché la vicenda legale non è ancora conclusa. I fatti, però, sono quelli che seguono. A luglio il prefetto ha emanato un’interdittiva antimafia a carico della Edilserio, azienda che si era aggiudicata una appalto da circa 1,5 milioni di euro per la ristrutturazione di 18 edifici scolastici, in città e no. La Edilserio aveva già vinto più di un appalto a Sedriano, il primo Comune del Nord Italia ad essere stato sciolto per mafia e commissariato nel 2013 su provvedimento del ministro Angelino Alfano. Sulla Edilserio grava l’ombra di presunti contatti con la ’ndrangheta. L’azienda, però, ha impugnato l’interdittiva antimafia davanti al Tar e i giudici devono ancora pronunciarsi. Nel frattempo, proprio per effetto del provvedimento della prefettura e del contenzioso legale che ne è seguito, il Comune ha dovuto rimandare o sospendere i lavori di ristrutturazione di tre edifici scolastici inseriti nell’appalto da 1,5 milioni di euro: fermi i cantieri previsti al nido di viale Lombardia 65 e alle due scuole secondarie di via Maniago 30 e piazza Ascoli 2, senza contare quelli in agenda alla casa vacanza di Zambla Alta (Bergamo).
In questi 4 casi lo stop è stato possibile perché alla data dell’interdittiva gli interventi non erano ancora avviati o, se avviati, non si trattava di lavori indispensabili perché gli edifici restassero in piedi e non costituissero un pericolo per la sicurezza pubblica. Per contro, i lavori (di messa in sicurezza) si sono ultimati o sono in fase di ultimazione alla primaria di via Tajani 12, al complesso scolastico di via Pisacane, Poerio e Goldoni, alla secondaria di via Monteverdi 6, alla primaria di via Clericetti 22 e alla scuola dell’infanzia di via Costa 24. Non solo Edilserio: anche un’altra ditta che si è aggiudicata i lavori nelle scuole milanesi, è stata raggiunta da un’interdittiva. Ma ha vinto il ricorso al Tar. «Spero che in fase di revisione del Codice degli appalti si trovi il modo di conciliare le irrinunciabili esigenze di trasparenza e legalità nei lavori pubblici con l’altrettanto irrinunciabile esigenza di efficienza – dice la Rozza –. Il modello Expo, che prevede di commissariare la ditta senza fermare i lavori, è un ottimo modello. Bisogna poi interrogarsi sull’opportunità che sia il Tar a pronunciarsi sulle interdittive».
giambattista.anastasio@ilgiorno.net