NICOLA PALMA
Cronaca

'Ndrangheta, arrestato il luogotenente di Malefix

Blitz antimafia: Fracapane era a Milano per seguire il ramo della cosca guidato da Giorgino De Stefano

Giorgio De Stefano con la compagna Silvia Provvedi

Milano, 17 febbraio 2021 - «Senti, ma quel ragazzo, quello, suo fratello, che fa? Come si chiama?". "Giorgio, Giorgino". "Giorgino che fa?". "Non c’è, di fuori è". "Ah sempre per Milano è". "Si sì sempre di fuori sì". 22 luglio 2018, Contrada Zambaldo, a due passi da Reggio Calabria. Il padrone di casa è Filippo Barreca, boss dell’omonima cosca condannato all’ergastolo e mandato ai domiciliari dopo quasi trent’anni di reclusione per motivi di salute: appena rientrato nel "suo territorio", scrive il gip Tommasina Cotroneo nell’ordinanza di custodia cautelare che ieri lo ha rispedito in carcere, il sessantaquattrenne ha ripreso la sua attività, "palesando un’irrefrenabile bramosia delinquenziale, che il tempo sembra aver amplificato anziché sopito".

Il suo interlocutore è Giovanbattista Fracapane, pure lui arrestato dai carabinieri nell’ambito del blitz anti ’ndrangheta Metameria della Dda reggina: gli atti lo descrivono come il fido luogotenente di Carmine De Stefano detto Occhialino (indagato), erede di don Paolino, il capomafia che per primo comprese negli anni ’70 l’importanza dei rapporti con politica, massoneria e istituzioni e che cadde da dominus di Reggio in un agguato nel 1985. Di chi stanno parlando Barreca e Fracapane? Di Giorgio "Giorgino" De Stefano, ammanettato il 24 giugno 2020 nell’operazione Malefix. Malefix, già: il soprannome che al quarantenne nato e cresciuto a Milano, figlio illegittimo del capofamiglia e fratellastro di Carmine, Peppe e Dimitri, era stato affibbiato dalla compagna Silvia Provvedi, nota al grande pubblico per il duo musicale e televisivo "Le Donatellas". Uomo di fiducia di Carmine, tanto da essere scelto come ambasciatore per andare a parlare con un pezzo da novanta come Barreca, Fracapane è descritto come un mediatore in grado di tessere rapporti tra alleati, risolvere problemi e concordare strategie comuni: "È talmente fidato e intraneo a tutte le dinamiche mafiose a tutte le dinamiche mafiose che involgono le cosche più importanti del panorama ’ndranghetistico reggino – sottolinea il gip – da diventare emissario autorevolissimo tra i boss con riguardo a tutte le questioni, anche quelle più incresciose e irrisolte nel settore delle estorsioni gestite in comune tra gli schieramenti".

Un uomo così rispettato, nonostante abbia solo 33 anni, da far dire a Barreca: "Te ne sto dicendo troppe cose?", quasi a scusarsi per avergli dato troppe “imbasciate“ da portare a Carmine. Un uomo capace di adeguarsi a diversi contesti, tanto che a un certo punto si sposta a Milano, città di residenza del fratello e dello zio e soprattutto centro degli interessi di Giorgino, come raccontato da un collaboratore di giustizia agli investigatori coordinati dal pm Giovanni Bombardieri: "Giovanni Fracapane è uomo di Carmine Di Stefano: per lui curava il settore delle estorsioni, assumendo un ruolo sempre più elevato in seno alla cosca, specie dopo l’arresto di Canzonieri ( Donatello, che ieri ha ricevuto l’ordinanza nel carcere di Livorno dov’era già detenuto, ndr ). Di recente – si legge ancora – Giovanni Fracapane si è trasferito a Milano, rimanendo sempre nel circuito della cosca, in quanto lì ha iniziato a collaborare con Giorgino De Stefano".