ANNA GIORGI
Cronaca

Chiude il negozio di Chiara Ferragni a Milano: è la fine del suo impero? Cosa dicono i bilanci

Il business della blogger di Blonde Sald registra (nel 2023) una lieve frenata. La relazione: “Costi straordinari sostenuti per le sanzioni delle Autorità garanti”

Milano, 9 agosto 2024 –  ​L’occhio più social di sempre, azzurro e con quelle lunghe ciglia nere, simbolo della imprenditrice digitale Chiara Ferragni, si è chiuso per sempre. Almeno sulle vetrine dello showroom fisico, il monomarca milanese, inaugurato a luglio 2017, di via Capelli, il passaggio che collega corso Como con piazza Gae Aulenti. La ex blogger di Blonde Salad si era postata su Instagram mentre entrava (sbattendo il naso sul maniglione della porta di ingresso) nel suo primo chiaraferragnicollection store e in pochi minuti i “like” per la regina dei social erano impazziti e avevano superato i 100 mila. Altri tempi, era il 2017, e l’impero della donna che, piaccia o no, ha fatto storia nella moda digitale era già quasi all’apice.

Le vetrine vuote del negozio di Chiara Ferragni a Milano
Le vetrine vuote del negozio di Chiara Ferragni a Milano

Il caso Pandorogate e l’inizio della crisi 

Poi è arrivato il momento della bufera, con il “pandorogate“. Una inchiesta che, all’atto pratico, dal punto di vista giudiziario non ha prodotto (o non ancora) granché. In Procura in questi mesi sono stati sentiti tutti gli attori della imprevedibile “disfatta“. E a settembre (il forse è d’obbligo) il fascicolo dovrebbe chiudersi mettendo la parola fine a una vicenda che, a conti fatti, ha sgretolato una immagine che pareva indistruttibile.

Forse è troppo presto per parlare di definitiva caduta degli dèi, perché Chiara Ferragni ha, per tanti anni, dimostrato tenacia, cervello fino e spalle robuste, ma che l’immagine di imprenditrice tutta lustrini ed etica abbia perso parecchio smalto è un dato di fatto, plasticamente rappresentato dalle fughe dei brand che hanno legato il loro business al suo volto.

Dopo lo “scandalo pandoro”, il suo negozio milanese non ha più fatto registrare il boom di presenze come era agli inizi, quando i follower - i giovanissimi in particolare - si mettevano in coda, soprattutto se aleggiava l’ipotesi di un possibile passaggio di lei, la regina, con la mamma o le sorelle. Oggi in tanti segnalano sui social la presenza di capi d’abbigliamento del brand Ferragni a prezzi stracciati nei mercati rionali, come una sorta di contrappasso. Ma si sa, il mercato del fashion è già volubile di suo.

I bilanci a confronto 

E così le saracinesche dello store si abbassano, ma il business della bionda non pare così in declino. A spulciare sui conti, Tbs Crew, la società che gestisce il blog e l’e-commerce di Chiara Ferragni, ha chiuso il 2023 con 4,44 milioni di utile. L’esercizio precedente riportava un risultato positivo di 5,13 milioni.

La “leggera” flessione, si legge nella relazione che accompagna il bilancio firmata dall’imprenditrice, è dovuta “ai costi straordinari sostenuti per sanzioni inflitte dalle Autorità garanti, stanziamenti di fondi per rischi e oneri di importo rilevante operati in via prudenziale e infine per donazioni effettuate di ammontare pari a 1.150.000 euro a favore di strutture ospedaliere e di enti che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”.

Senza oneri, “la società avrebbe ottenuto un risultato dell’esercizio superiore a quello dell’esercizio 2022”. Il riferimento, ovviamente è alle vicende legate al pandoro-gate e alla commercializzazione dei prodotti Balocco griffati Ferragni.

A voler pensare male si potrebbe dire che la “salute“ del bilancio andrà misurata nel 2024, per via dell’onda lunga della crisi. Ma la Ferragni, è certo, saprà come ritornare agli antichi splendori. Con la stessa disinvoltura con cui ha saputo riportare in auge griffatissimi abiti vintage.