
Milano, 8 gennaio 2021 - Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su www.ilgiorno.it/
Seta e cotone, velluto e lana. Tinte monocromatiche o piene di disegni. Da 72 anni, il negozio Clerici Tessuti di via Piero Della Francesca fa sognare gli abitanti della zona (e non solo) spalancando le sue porte di bottega d’altri tempi con i suoi scampoli arcobaleno sugli scaffali e il dialetto milanese che riempie i dialoghi quotidiani. Ma è tempo di dire addio: «Ogni cosa finisce», allarga le braccia Fabio Clerici, che il prossimo luglio compirà 66 anni. In pensione da 3 mesi, si dedica a questa attività da sempre, considerando che ad aprirla furono i genitori Carlo e Carla nel 1949, un segno di rinascita mentre Milano si risollevava nel dopoguerra. Lui ha raccolto il testimone insieme alla moglie Cristina, «che ora è contenta di fare la nonna del nostro nipotino Gabriele, di 4 anni. Nostro figlio Emanuele fa tutt’altro, è agente immobiliare: i tessuti non sono la sua passione». E allora «chiudiamo perché dopo una vita di lavoro vogliamo finalmente essere padroni del nostro tempo. Durante il lockdown abbiamo sofferto ma non siamo stati schiacciati... Diciamo basta perché vogliamo fare quelle cose che ci siamo sempre negati». Per esempio? «Stare in casa ad ascoltare musica, io sono un appassionato di quella classica, barocca, rinascimentale e medievale. E poi ho un altro sogno: visitare l’Italia. Le mie ferie sono sempre state ad agosto, un periodo di ‘pienone’ dappertutto, non proprio l’ideale dal mio punto di vista. Ora vorrei vedere città in cui non sono mai stato, in periodi di tranquillità».
Milanese doc, è nato e cresciuto in corso Sempione. «Quando mi sono sposato mi sono trasferito ‘all’estero’ - scherza -, in via Cenisio. Sono sempre rimasto in zona». Ora sulle vetrine ci sono i cartelli che annunciano la liquidazione per cessata attività. «Chiuderò appena avrò venduto la merce che rimane, non ho fissato una data: non sarà domani, sicuramente». Ma forse «tutto questo mi mancherà. Vendo tessuti ma anche accessori come i foulard, collezioni disegnate da me. Mi diverto moltissimo a creare». Un po’ di malinconia è inevitabile. Per le clienti, «è un peccato che questo posto scompaia, è un pezzo di storia di Milano. Io venivo fin da bambina con mia madre e tuttora compro qui i tessuti per poi far confezionare gli abiti dal sarto», dice Marianne. Molte signore si servono da Clerici scegliendo stoffe per abiti da sera o per indumenti di tutti i giorni. Ma tanti passano anche solo per guardare, «per sognare - sottolinea Annetta Ferreri, di 24 anni -. Verrò a comprare qualche scampolo per tenerlo come ricordo». Su Facebook, Rebecca scrive che «quelle vetrine mi hanno sempre incantata, pensavo fossero già pronti da essere indossati... magici». Nel 1996 «il negozio ha vinto un premio per le sue vetrine. Lo ritirò mio figlio, alla Scala. Era fiero ed emozionato», conclude il signor Clerici.