"La Luna Nuova" – l’iniziativa che vuole sostenere le donne vittime di violenza sessuale accompagnandole all’emancipazione dall’ambiente (per lo più domestico) nel quale avvengono gli abusi – non sarà più limitata al pronto soccorso dell’ospedale Niguarda ma sarà estesa a tutti i pronto soccorso di Milano. Una salto in alto ufficializzato ieri a Palazzo Lombardia da tutti coloro che lavorano e collaborano per la buona riuscita di questo modello di intervento: Stefania Bartoccetti, fondatrice di Telefono Donna, Marco Bosio, direttore generale dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Rossana Giove, direttore Socio Sanitario ATS Città Metropolitana Milano, Elena Lucchini, assessore regionale a Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, ed Elena Lattuada, delegata del sindaco Giuseppe Sala alle Pari opportunità di genere.
"Nella maggior parte dei casi – spiega Bartoccetti – le donne vittime di violenza arrivano in pronto soccorso accompagnate e il loro unico obiettivo è farsi medicare. Quando si chiede loro che cosa sia accaduto, rispondono per lo più inventandosi di essere cadute o incidenti simili. Il primo lavoro che abbiamo fatto e continueremo a fare grazie a questa iniziativa è convincerle a tirarsi fuori, convincerle a raccontare e denunciare gli abusi che subiscono. Questo è più facile che accada al pronto soccorso del Niguarda proprio perché – sottolinea Bertoccetti – gli operatori sanitari, anche grazie a questa iniziativa, sono più capaci di leggere i segnali che arrivano dalle donne vittime di violenza". A quel punto allertano i servizi di Telefono Donna.
Da qui si attiva, poi, una presa in carico che ambisce ad essere il più completa possibile includendo anche l’allontanamento della donna e dei suoi figli, se presenti, dall’ambiente domestico, dove si consuma la maggior parte delle violenze. L’accordo presentato ieri consente, ora, di estendere questo patrimonio di sensibilità, di esperienze e di competenze a tutti i pronto soccorso milanesi – pur restando come capofila il Niguarda – e, non ultimo, di tenere attiva anche nel weekend e nelle ore notturne la registrazione delle richieste di case-rifugio che arrivino da donne bisognose di un tetto alternativo. Ad occuparsi di questo servizio sarà proprio Telefono Donna. L’obiettivo è superare i ricoveri sociali, "perché non aiutano la donna a percepirsi nel modo più proficuo per superare la propria fragilità".
Stando ai dati forniti ieri, "quelli più recenti", dall’inizio del 2023 alla fine di ottobre in Italia si sono contate 96 donne uccise e, di queste, 77 sono state assassinate in ambiente domestico. "Telefono Donna, da oltre 30 anni testimonia il suo quotidiano impegno a difesa delle donne – sottolinea Lucchini –. Una realtà che ha saputo costruire un luogo di ascolto, accoglienza e assistenza per tutte le donne in difficoltà. Regione Lombardia riconosce questa realtà come un’eccellenza sociale. Per questo abbiamo voluto finanziare il progetto sperimentale La Luna Nuova".