REDAZIONE MILANO

Nel Magentino-Abbiatense vent’anni di desertificazione industriale

Dalla Mivar alla Novaceta, alla Siltal. Aziende che impiegavano migliaia di persone non sono più state rimpiazzate

Ora la Mivar è davvero vuota. Carlo Vichi ha continuato a recarsi ogni giorno nel suo ufficio sistemato nei pressi della filiera produttiva finché il fisico gliel’ha permesso. Nessuna "turris eburnea", non sarebbe stato da lui: Vichi amava lavorare gomito a gomito con gli operai. Almeno fino al 2013, quando nel grande stabilimento di Abbiategrasso è stato prodotto l’ultimo televisore made in Italy. Ma il sogno del geniale imprenditore nato in provincia di Grosseto era finito molto prima, frantumato dalla concorrenza di un mondo che correva troppo veloce.

Solo la sua caparbietà aveva permesso alla Mivar di resistere fino all’alba del decennio scorso. Quale sarà, ora, il destino di quella grande fabbrica? È presto per dirlo, di certo quanto successo alla Mivar non è un unicum nel Magentino-Abbiatense, che dal 2000 in poi ha visto scomparire realtà industriali immense, capaci di forgiare il tessuto economico-sociale del territorio.

Emblematica è la parabola di un’altra azienda abbiatense: la Siltal, che nel 2004 ha chiuso i battenti per trasferirsi la produzione altrove, offrendo agli oltre cinquecento operai - e soprattutto operaie, l’80% dei dipendenti erano donne - l’unica alternativa possibile di percorrere 70 chilometri per raggiungere il nuovo sito produttivo. Anche allora fu difficile crederlo in un polo che, fino a poco tempo prima, sfornava circa 450.000 lavatrici l’anno. Risultato: uno scheletro vuoto che giace tutt’ora abbandonato alla periferia della città. Ma anche Magenta ha le proprie storie da raccontare. A cominciare dall’ex Novaceta, azienda chimico-tessile leader mondiale nel settore fallita nel 2010 e da allora abbandonata, con l’eccezione dell’ultimo (e unico) vessillo rappresentato dall’Associazione Ri-Parco Bene Comune, che ha fatto caparbiamente rivivere l’area verde attigua alla fabbrica, restituendola alla collettività.

Il crac della Novaceta costò il posto a 220 dipendenti e nel 2019 il processo in primo grado contro gli ex amministratori si è concluso con 17 condanne per bancarotta fraudolenta. Va infine ricordato, nel 2018, il fallimento della Stf, storica azienda magentina leader nella realizzazione di grandi caldaie, che aveva causato la perdita del posto di lavoro di un centinaio di dipendenti, poi in parte riassorbiti dalla nuova proprietà tedesca.

Francesco Pellegatta