
di Laura Lana
Da un pannello nero al colore. Dallo sconforto alla fiducia. Dal terremoto, portato dal Covid, ai flashmob sui balconi fino alla ricerca del contatto con gli altri. Gli studenti del liceo Erasmo da Rotterdam hanno dipinto paure, emozioni e speranze in questi due anni di pandemia. Lo hanno fatto creando l’opera collettiva Oltre il muro, che oggi accoglie alunni, professori e personale Ata sulla scalinata dell’atrio. A lanciare l’idea è stata una ragazza del quinto anno che ha scritto una lettera a dirigente e docenti: il Covid era riuscito a togliere ogni piacere anche a lei che aveva sempre amato studiare e, quindi, chiedeva all’istituto di gettare le basi per un lavoro artistico che potesse diventare un vero e proprio sfogo. "Così, trenta ragazzi di tutta la scuola hanno aderito e hanno trovato un primo supporto tecnico da parte dell’artista Marta Mezynska, pittrice di origine polacca", raccontano le professoresse Laura Bergami, Silvia Cagnoni, Marcella Rizza e Raffaella Elena Rizza. Ne è nato prima un brainstorming. "Un flusso di coscienza che ha visto i ragazzi raccogliere e inviarci immagini di ogni tipo, frasi che li avevano colpiti, video, foto, fumetti. Un modo per liberarsi e potersi esprimere in qualsiasi linguaggio artistico". Dalla condivisione di questi messaggi è stata elaborata una narrazione: il murales racconta gli effetti della pandemia e il modo di reagire che ciascuno ha avuto durante le varie fasi, dall’avvento del Covid fino a oggi. "Abbiamo creato più pannelli che sono stati assemblati. Siamo stati divisi in gruppi, perché non potevamo essere presenti tutti in contemporanea a scuola, ma tutti hanno lavorato su ogni pannello – spiegano gli studenti -. Questo lavoro ci ha permesso di scoprirci meglio. Anche di conoscere compagni dell’altra sede con i quali non avevamo mai condiviso alcun momento prima". Oltre le difficoltà pratiche della pandemia, alle separazioni tra classi, il progetto ha guardato anche all’inclusione perché nessuno restasse indietro, nemmeno i ragazzi più fragili. "La scuola ora ha anche cambiato volto - sottolineano gli alunni -. Prima qui c’era un’anonima e brutta bacheca verde. Ora, appena si entra, si vede questa botta di colore che esprime i nostri sentimenti". Ai lati le moodboard con i messaggi verbali e visivi che hanno ispirato il racconto. Nella parte centrale le immagini che rimandano al momento più duro, dove si erge la figura di un medico eroe insieme a tante candele che rappresentano chi non ce l’ha fatta. La dad, l’isolamento, i ragazzi che si sentono imbottigliati, ma anche la le farfalle che simboleggiano la voglia di leggerezza e i momenti di condivisione sui balconi fino al musicista che diventa lo snodo del murales e testimonia il cambio di passo e di colore: dal nero si passa alle bolle colorate, allo spiraglio di luce e di normalità, a chi cerca contatto e relazione e guarda alla luna con una nuova speranza. "Abbiamo voluto segnare il nuovo inizio scolastico in presenza con questa rielaborazione artistica", hanno concluso le docenti.