REDAZIONE MILANO

Nell’officina dei creativi ad Affori "Dove gli scarti diventano arte"

Porte aperte alla Repubblica del Design: tra i progetti, i rivestimenti realizzati con i contenitori di yogurt scaduti. Ospitata anche la prima piattaforma nata per condividere e dare nuova vita agli allestimenti dismessi.

Nell’officina dei creativi ad Affori "Dove gli scarti diventano arte"

di Marianna Vazzana

La genialità si vede fin dal benvenuto: una distesa di parole create con lettere di vecchie insegne, neon che di notte si accendono disegnando nel buio concetti e diritti come lavoro, legalità, peace. Si mescolano forme e colori. E questo già racconta l’anima della “Repubblica del design“, associazione culturale che ha il suo quartier generale in via Grazioli 73 ad Affori, "dove nel 1930 c’erano i magazzini della Peroni", spiega Davide Crippa, (nella foto) il fondatore, architetto e professore all’università Iuav di Venezia. Uno spazio che ora è tra i luoghi da scoprire per il Fuorisalone (fino a oggi). "Questa è la prima “ricicleria del design“ autorizzata a Milano", aggiunge. Si raccolgono materiali che altrimenti verrebbero buttati, si sperimenta, si scambia. "Siamo stati i primi a creare gli arredi per le piazze di urbanistica tattica, a cominciare da Dergano, Lancetti e Bovisa". E se Repubblica del design è l’associazione madre, "il nostro “braccio armato“ è lo spin off “Design differente“, una realtà che unisce 12 designer. Sono loro a creare, qui dentro. È come una fabbrica gestita da creativi" che per dare forma alle idee utilizzano anche vecchi macchinari. "Ci si forma, si impara a usare macchine laser in grado di tagliare i metalli, bracci robotici, stampanti 3D. Si diventa anche saldatori". Con un occhio di riguardo al sociale: "Abbiamo collaborato con la Rsa Sacra Famiglia e con San Vittore, dove ora sono in mostra le opere create dai detenuti con i rifiuti, ma anche con l’associazione Sheb Sheb per l’inserimento lavorativo dei ragazzi egiziani". Per la sostenibilità economica, "creiamo su commissione: tante aziende ci chiedono decori e creazioni con esperimenti materici". Tra i progetti esposti, sedie e tavoli creati con scarti di legno. Arredi pure in cartongesso e con i rimasugli di pannelli d’allestimenti.

Anche rivestimenti realizzati con la pressatura di plastiche riciclate utilizzando stampi industriali. "Quelli che un tempo servivano per creare mobili “in stile“. Cambiando il materiale, si crea un nuovo codice estetico e si dà un nuovo mercato a quegli stampi". Sul tavolo, anche il prototipo di una pista da skateboard con mascherine (quelle anti Covid) incastonate. In mostra pure CAPitoli Urbani, esito della sperimentazione condotta per Gruppo Cap con i ricercatori del Politecnico di Milano, protagonista della rassegna internazionale ideata da Rossana Orlandi, su economia circolare e design: la plastica delle confezioni degli yogurt scaduti viene “salvata“ e diventa materia che alla vista sembra marmo.

Ma c’è tantissimo da scoprire. Prezioso, anche l’angolo di “NonSiButtaViaNiente“, prima piattaforma di condivisione di allestimenti dismessi e materiali di scarto alla fine del loro ciclo di vita, che proprio in via Grazioli inaugura la sua prima galleria.

Segui il video

su www.ilgiorno.it